Naya Rivera è morta per portare il salvo il figlio Josey di quattro anni che stava annegando.

Lo hanno detto le autorità della California dopo il ritrovamento del corpo della 33enne star di "Glee", rinvenuto dopo una settimana di ricerche nel lago Piru.

"A metà pomeriggio erano andati a nuotare, ma poi la barca si è allontanata portata via dalle correnti. Naya ha trovato abbastanza energia per salvare il bambino, ma non per lei stessa", ha detto lo sceriffo William Ayub in una conferenza stampa qualche ora dopo il ritrovamenteo del cadavere.

Il bambino, ha raccontato lo sceriffo, "ci ha detto di essere caduto in acqua, che la mamma lo ha aiutato a risalire in barca e poi, quando lui si è guardato indietro, l'ha vista scomparire nel lago".

Diversi attori del cast della fortunata serie "Glee" in cui l'attrice aveva interpretato per sei anni la parte di una cheerleader lesbica, si sono uniti ai familiari in una catena umana sulle rive del lago in cui la giovane star ha perso la vita.

Il suo personaggio aveva avuto un impatto positivi sugli adolescenti di allora alle prese con dubbi sulla propria identità sessuale.

LA MALEDIZIONE DI "GLEE" - E' solo una macabra coincidenza che il corpo di Naya sia stato trovato nel settimo anniversario della morte dell'altra star della serie tv, Cory Monteith, ucciso nel 2013 a Vancouver da un'overdose di alcol e eroina. Mark Saling, altro protagonista di "Glee" con cui Naya aveva avuto anche una relazione, si è impiccato due anni fa a Los Angeles dopo essere stato riconosciuto colpevole di possesso di materiale pedopornografico. Un aiuto regista della stessa serie, Jim Fuller, è rimasto vittima di un attacco di cuore nel sonno sette anni fa, mentre nel 2014 l'assistente alla produzione Nancy Motes, sorella di Julia Roberts, si è suicidata. E' per questo che si parlava, già prima della morte di Naya Rivera, della "maledizione di Glee".

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata