Dell'infanzia a Nuraminis Francesca Moi ci racconterà quando, il 5 marzo, calerà il sipario sulla nona edizione di "Masterchef". Perché per questa bella ragazza bruna, nata a Cagliari nel '90, cresciuta tra l'Elba e Pisa, dove oggi lavora in una pasticceria, la Sardegna è la terra del cuore. Lo racconta ai giudici, Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri, che la osservano lavorare con passione - le mani veloci, lo sguardo attento, i modi gentili. Ma ieri è stato tutto complicato.

Perché è brava, Francesca Moi. Brava davvero. Quando assaggia il brodo, e ne ha dieci davanti, di manzo o di mollusco o di verdure? Quando trasforma il pollo alla cacciatora in un raviolo secondo la ricetta del tre stelle Marco Martini. "Ma è la prima volta che lo faccio", si scusa, quasi, mentre tira la pasta, i riccioli scuri sulle spalle, con forza e misura.

La puntata va veloce; i tic tac dell'orologio; gli assaggi, le cadute ("Francesca, questa salsa di soia è bruciata", "Francesca, questo ripieno non è tagliato al coltello"), le certezze: "Con questo piatto", dice lei, "si è cercato di silurarmi".

Ma niente è perduto. La gara continua. La prova in esterna è alla tenuta La Colombara di Vercelli, le due brigate, una contro l'altra, si sfidano sul riso. Francesca Moi tiene il punto ma la squadra non ce la fa. E allora bisogna passare per il pressure test. Ingrediente azzeccato: la bottarga. È fatta. Ci vediamo la settimana prossima

Francesca Figus
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