A oltre un anno dalla scomparsa di Dolores O'Riordan, i Cranberries lanciano "In the end", album in uscita il 26 aprile per Bmg.

Nei brani, densi di emotività per una perdita così tragica, la forza rock di una band che ha segnato la storia della musica degli ultimi trent'anni.

"Dopo l'ultimo tour acustico - spiega il chitarrista Noel Hogan - abbiamo lavorato a dei demo con Dolores. Dopo la sua morte li abbiamo riascoltati e ci siamo resi conto di aver del materiale forte a uno stadio già avanzato e allora, anche con la spinta del nostro produttore storico, Stephen Street, che conosceva molto bene la band e Dolores, abbiamo deciso di lavorarci su e concludere il disco in studio".

Proprio la mano di Street, dietro la consolle per i due primi album dei Cranberries, dà alle canzoni un suono che ricorda gli esordi, un pop rock cristallino e fresco, reso speciale da "quella" voce, che ritroviamo in canzoni ispirate, e in particolare nella sequenza iniziale "All Over Now", "Lost" e "Wake Me When It's Over".

"È stato difficile dal punto di vista emozionale tornare in studio dopo la sua morte e lavorare alle canzoni con la sua voce", ammette il batterista Fergal Lawler. Ma è ancora Noel a spiegare il senso di "In the end": "È il momento giusto per farlo uscire. Dal punto di vista delle liriche è un altro album dei Cranberries, abbiamo cominciato a farlo con lei. Dolores era andata avanti, stava scrivendo un altro capitolo della sua vita dopo il divorzio. Il modo migliore per rendere giustizia alla sua eredità era fare un bel disco. È il nostro modo di celebrare lei e la band".

Il gruppo, di fatto, già non esiste più, e chiariscono i tre di aver ricevuto offerte per esibirsi sul palco con un ologramma della cantante, ovviamente rifiutate.

I fratelli Hogan e Lawler tengono tuttavia a precisare che uscirà dell'altro materiale. In programma c'è un documentario sugli inizi della band, ma deve essere "una cosa di qualità", è la precisazione di Noel.

(Unioneonline/v.l.)
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