Ripopolare i Comuni sardi e contrastare il calo dei residenti sono i temi sui quali torna a richiamare l’attenzione il progetto “Freemmos” della fondazione Maria Carta e lo fa con l’iniziativa nella sala Sassu del conservatorio “Canepa” di Sassari.

I dati sono preoccupanti: in Italia la popolazione è precipitata sotto i 59 milioni di abitanti. A Sassari, secondo l’Istat, i residenti nel territorio comunale erano 126mila nel 2018, anno nel quale è stato toccato il picco storico. Nel 2021 si sono registrati invece 122.159 residenti, con un calo di quasi 4mila unità in tre anni, con una regressione ai livelli del 1991 quando la città aveva 122.339 abitanti.

Mentre l’intera Sardegna ha perso 83mila residenti rispetto al 2012, portando la popolazione sotto la soglia del milione e 600mila (1.587.413 al 2022), con una trentina di paesi destinati a scomparire nei prossimi 40-60 anni; e ha ripreso a farsi sentire con forza il fenomeno dell’emigrazione.

Numeri sui quali si è avviata una riflessione ieri sera durante la serata in collaborazione con il conservatorio e con il patrocinio del Comune di Sassari.

In apertura, lo Swinging Quintet (Silvia Ruiu alla voce, Giuseppe Bussu al sax tenore, Valentino Cubeddu al pianoforte, Daniele Pistis al contrabbasso e Marco Cattari alla batteria, tutti del “Canepa”) ha eseguito alcuni brani classici jazz. Sono poi intervenuti il presidente e il direttore del Conservatorio “Canepa”, Ivano Iai e Mariano Meloni, e l’assessora comunale alla Cultura Laura Useri.

Leonardo Marras, presidente della Fondazione Maria Carta, ha analizzato con il giornalista Giacomo Serreli, che ha coordinato l’evento, i numeri sui residenti in città e nell’Isola. «L’allarme che abbiamo lanciato sei anni fa, quando Freemmos ha iniziato il suo viaggio nei comuni sardi, è quanto mai attuale – ha detto Marras –. L’emergenza spopolamento è il vero virus del nostro tempo. Tocca ormai anche le grandi realtà e bisogna porre un argine reale e immediato al fenomeno. Ecco perché preferisco parlare di ripopolamento. I nostri giovani vanno via, per conoscere il mondo e formarsi, ma poi devono rientrare in Sardegna, perché questa è la loro casa».

Sono stati proiettati due video: il docufilm sulle iniziative di Freemmos dal 2017 e il corto realizzato dalla Compagnia teatrale “Paco Mustela” con la riproposizione in chiave cinematografica di alcune poesie tratte dalla raccolta “Canto Rituale” di Maria Carta.

Nella seconda parte, spazio ancora alla musica con gli ospiti: il duo Fantafolk (Andrea Pisu, launeddas, e Vanni Masala, organetto), Maria Giovanna Cherchi e, con il suo blues trascinante, Francesco Piu, subentrato ai previsti Tazenda, rimasti senza la voce Nicola Nite, bloccato nella Penisola. In sala erano però presenti Gino Marielli e Gigi Camedda, che hanno annunciato la programmazione di un nuovo tour che comprenderà anche alcune tappe europee.

Il progetto “Freemmos”, nato nel 2017, prende il nome dall’unione del termine inglese “free” e della parola sarda “frimmos” (fermi) per rappresentare in maniera rapida e diretta la libertà di restare, di poter scegliere di non andare via.

(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata