Dai “mali della Chiesa” alla sofferenza dei bambini, fino a inediti dettagli della sua vita personale. Papa Francesco, che la televisione la guarda pochissimo, accetta di farsi ospitare a “Che tempo che fa”, su Rai3.

"Oggi il male della Chiesa più grande è la mondanità spirituale – ha detto al padrone di casa, Fabio Fazio – è una chiesa mondana. Questa mondanità spirituale fa crescere il clericalismo, una cosa brutta, una perversione della Chiesa, che porta a posizioni ideologicamente rigide. Così l'ideologia prende il posto del Vangelo". 

I MIGRANTI – Il Papa ha poi parlato di migranti: "Ci sono lager nella Libia", "dobbiamo pensare alla politica migratoria" e l'Europa deve farlo insieme, "l'Unione europea deve mettersi d'accordo" evitando che l'onere ricada solo su alcuni Paesi come "l'Italia e la Spagna". "Ci manca il toccare le miserie e il toccarle ci porta all'eroicità, penso a medici e infermieri che hanno toccato il male durante la pandemia e hanno scelto di stare lì. Il tatto è il senso più pieno” perché “toccare è farsi carico dell'altro".

I GIOVANI - Quindi una riflessione sui giovani: "Sottolineo che è cresciuto il numero dei suicidi giovanili: c'è una aggressività che scoppia, basti pensare nella scuola al bullismo, è un’aggressività nascosta, è un problema sociale. L’aggressività va educata, di per sé non è negativa, può essere positiva ma può essere distruttiva e inizia con la lingua, il chiacchiericcio: nelle famiglie e nei quartieri distrugge l'identità. Se hai una cosa contro l'altro o te la tieni o meglio dirla in faccia ed essere coraggiosi".

Dunque “serve vicinanza con i figli: quando parlo con giovani coppie chiedo sempre: 'tu giochi con i tuoi figli?'. A volte sento risposte dolorose: 'Padre, quando esco dormono e quando torno pure'. Questa è la società crudele che allontana i genitori dai figli. Anche quando i figli fanno qualche scivolata, anche da grandi, bisogna essere loro vicini, bisogna parlare ai figli. I genitori che non sono vicini non operano bene, devono essere quasi complici dei figli, quella complicità che permette di crescere insieme padri e figli".

Una domanda a cui “non sono mai  riuscito a rispondere è 'perché soffrono i bambini?' Non ho risposte a questo. Non c'è risposta. Trovo solo la risposta di soffrire con loro. In questo ha ragione Dostoevskij".

I CLASSICI E IL TANGO – Poche settimane fa ha fatto il giro del mondo la sua foto in un negozio di dischi: "Mi piacciono i classici, tanto. E mi piace il tango", ha rivelato, precisando però che al negozio di dischi era andato per benedire il locale gestito da amici. 

Alla domanda se sia vero che in passato abbia ballato, ha risposto: "Un porteno che non balla il tango non è un porteno", riferendosi alla sua vita a Buenos Aires.

“VOLEVO FARE IL MACELLAIO” – "Da piccolo volevo fare il macellaio per i soldi – ha confessato -. Mi sembrava che ne avessero tanti. Mi piacevano anche la chimica e la medicina. Poi a 19 anni è arrivata la vocazione e sono entrato in Seminario". 

Oggi, la conclusione, "non sono tanto santo, ho bisogno dei rapporti umani. Per questo sono andato a vivere a Santa Marta. Ho degli amici che mi aiutano, conoscono la mia vita, io ho delle mie anormalità ma sono un uomo comune. Gli amici mi danno forza, sono pochi ma veri".

(Unioneonline/D)

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