In corso a Roma il processo a carico di Davide Rossi, figlio di Vasco Rossi, accusato di lesioni personali gravi e omissione di soccorso stradale.

I fatti risalgono al 2016: il 34enne era nella sua auto con due amici a Roma (non è ancora chiaro chi fosse al volante) quando, a quanto pare non rispettando uno stop, la macchina tamponò una vettura su cui viaggiavano cinque donne. Due rimasero ferite: una riportò un trauma al collo, l'altra una costola fratturata.

Secondo le accuse, dopo lo schianto Rossi andò via. Ma lui nega questa ricostruzione: "Ci siamo fermati - ha raccontato al giudice monocratico di Roma -. Siamo scesi dalla macchina e abbiamo chiesto alle ragazze nell'altra auto se fosse tutto a posto e loro ci hanno risposto che era tutto ok".

In macchina c'era anche un amico di Rossi, che sostiene di essere stato lui al volante, e una ragazza.

"Ho detto al mio amico di fare la constatazione amichevole - ha continuato Rossi - e me ne sono andato con la ragazza perché era molto scossa dall'incidente, sapendo che stavano facendo il cid ero tranquillo".

"Non navigo nell'oro e non ho un lavoro stabile - ha aggiunto -. I giornali hanno scritto cose allucinanti su di me ma mi prendo pregi e difetti di essere figlio di Vasco".

Nel corso dell'udienza è stato sentito anche l'amico che era in auto, che è difeso dall'avvocato Fabrizio Consiglio. "Non sapevo di avere la patente scaduta da 4 mesi, l'ho scoperto dopo", ha sostenuto.

(Unioneonline/D)
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