Biondissima, sorriso contagioso e italiano perfetto: la conduttrice della televisione albanese Alketa Vejsiu è una delle sorprese di Sanremo 70.

Il suo monologo, andato in onda quando in Italia erano ormai le due di mattina, ha colpito al cuore gli italiani, cui a nome dell’intero popolo albanese lei ha voluto dire anzitutto “grazie”.

“C’era una volta un Paese - ha spiegato parlando della dittatura in Albania e del legame fra Albania e Italia - dove ad ascoltare la musica di Baglioni e Celentano diventavi nemico del popolo, potevi finire in prigione. Un posto dove se eri bionda venivi sospettata perché bionda era Raffaella Carrà”.

“Anni bui”, ha poi proseguito, durante i quali “si imparava italiano ascoltando la Rai, Sanremo era Sanremo anche quando eravamo costretti ad ascoltarlo di nascosto”.

“Grazie Italia per avere tenuti accesi i nostri sogni, non ci avete abbandonato” ha continuato Alketa, “non lo avete fatto quando raggiungevamo la vostra costa per vivere. L’Italia ha illuminato il nostro cammino con la sua cultura, la sua musica, la sua arte e la sua bellezza. Sono qui stasera per dire grazie a Sanremo, grazie da noi che ti abbiamo sognato anche al di là del mare. Non sei soltanto tempio della musica italiana ma anche esempio di integrazione”.

La conduttrice ha poi raccontato di quel “giovane ragazzo partito con la nave”, e che “ha realizzato quello che sembrava impossibile per il mio paese: quel ragazzo si chiama Ermal Meta e con la sua vittoria nel 2018 ha risollevato l’orgoglio degli albanesi”.

E ancora: “Noi tifiamo per la vostra musica e per tutto quello che vi appartiene. Anche ai mondiali tifiamo Italia, esultiamo ai vostri goal. La musica cancella i confini che ci separano. Non costruisce muri come a Berlino o in Messico. Semplicemente si diffonde e canta l’amore, i sogni, la vita e ci insegna ad amare e a volare. Oggi che il mio paese fa parte della grande famiglia europea sono volata qui per realizzare questo sogno. Mentre vi parlo mi viene in mente una canzone che Bobby Solo cantava qui su questo palco. Chiesi a mio padre di cosa parlasse e mi rispose che la lacrima che arriva da un cuore spezzato cresce e diventa un mare. Gli risposi ‘Ecco perché la lacrima è salata’. Quella lacrima è diventata per me metafora del dolore. E in quel dolore l’Italia è stata faro di salvezza”.

Per lei, che proprio con Bobby Solo si è poi esibita in una sentita interpretazione del brano, l’applauso scrosciante dell’Ariston, e migliaia di commenti di affetto, non solo per lei ma per l’intero popolo albanese, sui social.

E per lei, che proprio in Albania a recentemente condotto, prima donna dopo 58 anni, il locale festival della canzone, da Sanremo e da Amadeus, come ha voluto sottolineare appena discesa, e poi simbolicamente risalita, sulla scala del palco dell’Ariston, “un invito speciale, il punto più alto della mia carriera, che rappresenta il sogno di una nazione”.

(Unioneonline/v.l.)

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