E dire che cominciava ad arrendersi: «Un altro anno di tempo, poi basta». Fortuna che, da quando si è imposto quell’ultimatum, è successo di tutto.

EroCaddeo, 27 anni, professione cantautore, idolo ormai non solo nella sua Sinnai ma in tutta Italia, all’indomani della grande finale di X Factor in Piazza del Plebiscito a Napoli, a tutto sembra pensare fuorché alla sfiorata vittoria. Sarà che qualcosa era nell’aria e infatti è già arrivato l’annuncio atteso: il 9 gennaio 2026, da ieri in preorder, uscirà per Warner il cd autografato “scrivimi quando arrivi (punto)”, omonimo del suo primo Ep.

Ecco quindi Damiano sorridente più che mai, gentile con chiunque, commediante al suo solito. In pace con se stesso perché «per me, meglio di così, non poteva andare».

Il trofeo era a un soffio, non le dispiace?

«Ma no, ormai conoscete il mio approccio. Mi sono divertito, ho fatto ascoltare la mia musica, ho portato "Punto” in una piazza così importante. Vedere qualcuno tra il pubblico che la cantava con me è stata la soddisfazione più grande».

Qualcuno? È l’inedito con più streaming in assoluto e resiste nella prestigiosa Top 50 di Spotify.

«Ricordo che era piaciuto alle audition, so che tante persone non vedevano l’ora che uscisse. Ma non mi aspettavo un boom simile».

Ci porti nella sua testa e a quegli istanti prima di «Vince X Factor 2025...». Cosa ha pensato?

«Non mi sono ancora rivisto in televisione, però dal mio labiale mi si dovrebbe vedere scandire “Rob, Rob, Rob”».

Tifava per lei?

«Sentivo che questa vittoria per Roberta poteva essere ancora più importante. Se la meritava».

Più di eroCaddeo?

«È una ragazza splendida e una professionista seria. Tra di noi nel loft le sue prove erano diventate un meme: “Rob all’autotune”. Non era possibile cantare così bene, magari anche di prima mattina, mentre a tutti noi servivano almeno due ore per riprenderci. Non abbiamo mai pensato che fosse un’“underdog”. Però in un certo senso quella di “sfavorita” è un’espressione che le ha fatto comodo, zitta zitta si è fatta il suo percorso ed eccola qui».

Torniamo indietro nel tempo, mai pensato di mollare?

«Rinunciare alla musica, mai. Però, dopo la vittoria al Radiolina Contest nel 2021 e i primi contratti con un’etichetta, c’è stato un momento di stallo. Mi ero trasferito a Torino, lavoravo come commesso per mantenermi, ma stava iniziando a diventare faticoso portare avanti il mio sogno e dover arrivare a fine mese. È difficile continuare a dare tutto quando, dopo tanti sacrifici, non riesci ancora a pagarti l’affitto».

Poi però, prima di X Factor, è esploso sui social.

«A dirla tutta ci stavo provando da tempo. All’improvviso, mistero degli algoritmi, è successo con Luglio dal mio primo Ep. Quel verso: “Per me sarai come Cagliari dopo le 7” è stato condiviso in centinaia di reel, le persone si sono incuriosite e sono arrivate a me. Una spinta che mi ha dato il coraggio per tentare con X Factor. Com’è andata lo sapete».

Achille Lauro ha detto che i risultati di un talent come X Factor si vedono tra dieci anni.

«Intanto speriamo di arrivarci, nel 2035. E poi di aver fatto altre cinque “Punto”. Apostrofi, virgole, tutta la punteggiatura. Le canzoni buone sono tutto, altrimenti non emergono neanche se hanno mille sovrastrutture intorno. Io intanto sto lavorando a nuovi pezzi».

Quali sono i consigli più preziosi che ha ricevuto?

«Da Giorgia, e come poteva essere diversamente, consulenze tecniche su respiro e diaframma. E poi di godercela: sembra una banalità ma sentirselo dire da una grandissima come lei era importante».

Da Achille Lauro?

«Di vestirmi meglio. Scherzi a parte, mi ha dato dritte sul mondo di squali che è là fuori: in sintesi rimanere sempre umili, lavorare sodo. E qualcosa arriva».

Teme pressioni in quel mondo di squali?

«Credo che il trucco sia circondarmi di persone fidate. Ho una bellissima famiglia attorno, continueranno a essere il mio scudo e a ricordarmi chi sono. E ovviamente mi farò seguire da uno psicologo, così anche su quel fronte sono a posto».

Quando torna in Sardegna?

«Oggi stesso. No, non è vero, avrei voluto tanto ma purtroppo non si può fare. Da Napoli parto per Torino, chiudiamo due registrazioni e poi finalmente sarò per un po' a Sinnai. La mia casa è lì».

La città l’ha sostenuta fino all’ultimo e continuerà a farlo.

«Ho sempre sentito questa vicinanza, anche da lontano. Spero siano orgogliosi di un traguardo che condivido con tutti loro».

Concerti in Sardegna?

«Work in progress: se tutto va bene, un paio di date prima di Capodanno».

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