Dopo la protesta della cantante Duffy, anche il Codacons scende in campo per chiedere l'immediata rimozione dalla piattaforma di streaming Netflix del film "365 giorni".

Pellicola polacca del 2020 tra le più viste sulla piattaforma, "365 giorni" tocca temi estremamente seri, ma secondo il Codacons "lo fa in modo inaccettabile, banalizzando la violenza, lo stupro e il rapimento".

Con protagonista l'italiano Michele Morrone, il film è un dramma ad altissimo tasso erotico spesso paragonato alla saga di "50 sfumature". Nel racconto la storia del boss mafioso Massimo che rapisce la giovane Laura e la tiene prigioniera in casa per farla innamorare di lui.

"L'intera storia è una mancanza di rispetto inaccettabile verso la condizione della donna, verso tutte le vittime di violenza, di rapimento e di violenza sessuale, e verso l'intero genere umano - afferma il presidente del Codacons Marco Donzelli - e ci uniamo all'appello lanciato dalla cantante Duffy: permettere la trasmissione di questo film è negligente e pericoloso oltre che fortemente irrispettoso. Chiediamo l'immediata rimozione del film dalla piattaforma streaming".

In una lettera aperta indirizzata all'amministratore delegato di Netflix Reed Hastings, la cantante Duffy - lei stessa vittima di violena sessuale in passato - aveva spiegato: "Non so davvero cosa pensare, dire o fare, se non quello di contattarti e spiegarti in questa lettera quanto irresponsabile sia stato Netflix a trasmettere il film '365 giorni'. Non mi piace essere in questa posizione, ma la virtù della mia sofferenza mi obbliga a farlo, a causa di un'esperienza violenta che ho sopportato, simile a quella che che hai scelto di presentare come "erotismo per adulti". "365 Days" - prosegue la lettera - esalta la brutale realtà del traffico sessuale, del rapimento e dello stupro. Non dovrebbe essere assolutamente un'idea di intrattenimento, né dovrebbe essere commercializzata in questo modo. Scrivo queste parole dato che circa 25 milioni di persone sono attualmente vittime di traffico in tutto il mondo. (…) Per chiunque possa esclamare 'è solo un film': non è 'solo un film', quando contribuisce a distorcere un argomento ampiamente discusso, come il traffico sessuale e il rapimento, rendendolo erotico.

(Unioneonline/v.l.)
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