Sorridono come chi si congratula con se stesso per aver tagliato il traguardo dopo una lunga corsa, che nel loro caso è iniziata a farsi cosa seria dentro la scatola dei sogni di X Factor. E dopo la vittoria strappata al talent di Sky, ora per i Soul System arriva il disco sulla lunga distanza per Sony Music, intitolato "Back To The Future". Un ritorno al futuro che è – per loro – gioco, inventiva e voglia di mescolare suoni, attitudini, passioni personali con un piglio tutto nuovo, legato com'è a un messaggio: "Vogliamo smuovere il sistema", dicono.

In che modo volete "smuovere il sistema"?

"Con la forza della musica. Crediamo che la musica sia prima di tutto un mezzo importante per comunicare e non solo ritmo e musicalità. Bisogna avere un messaggio, un intento".

E nel vostro caso qual è?

"L'idea che vogliamo comunicare è quella dell'integrazione, dell'uguaglianza. Noi siamo tutti italiani, siamo nati qui, in questo Paese. Alberto (Patuzzo, il batterista; nrd) è il più africano di noi... Comunichiamo questa idea suscitando interesse anche solo nel mostrarci come siamo, perché siamo convinti che la diversità è una risorsa. Non un limite".

Che riscontro avete avuto fin qui?

"La risposta del pubblico che ci ha visto nelle diverse date dal vivo questa estate è sempre stata iper mega positiva. Ogni volta la sensazione è stata di grande affetto nei nostri confronti".

Avete suonato anche brani di questo disco?

"Sì, abbiamo anticipato spesso canzoni di 'Back To The Future' e la reazione è stata sempre super. Siamo contenti di come è venuto, abbiamo voluto metterci la faccia in prima persona, con pezzi scritti interamente da noi. E ringraziamo Sony per avercelo permesso, per averci dato modo di lavorare sulle tante cose che abbiamo da dire".

Sono canzoni che già avevate o sono state scritte dopo X Factor?

"Sono tutte nuove, volevamo cristallizzare il nostro percorso dopo il talent, il nostro momento, come ci sentiamo adesso. Nelle nostre canzoni parliamo di esperienze vere, per rispecchiare quello che siamo realmente".

I suoni sono in certi casi molto prodotti, la matrice è varia (r&b, soul, funk, hip hop), e spesso piegano su elettronica/dance. Dal vivo come suonano?

"Oh, il live è sempre molto diverso, ed è bello sentire la differenza nei suoni. Ci piace giocare con la musica. Dal vivo abbiamo un'altra impronta, è una situazione in cui sei anche libero di modificare i pezzi ed è quello che facciamo sempre. Trasformiamo le canzoni in cose sempre nuove. Il live è una magia ed è il mondo che in ogni caso abbiamo portato sul disco".

Quanto è difficile veicolare il vostro messaggio di integrazione oggi? Soprattutto dopo i fatti di Rimini che hanno fatto riesplodere certi bassi istinti degli italiani?

"Quello per possiamo fare noi, e che vogliamo limitarci a fare, è rispondere sempre e solo con la musica. Un Paese è ricco se sa valorizzare l'integrazione. Noi però non siamo politici, siamo musicisti. Crediamo che ognuno abbia il diritto e la libertà di esprimere il proprio pensiero, anche il più crudo. Non importa, noi abbiamo la musica per rispondere. Se ti piacciamo bene, se no bene lo stesso".

La nuova edizione di X Factor è alle porte. Tornerete a suonare su quel palco?

"Speriamo di fare una bella sorpresa a tutti. X Factor ci ha dato molto, dal primo giorno. Siamo partiti da un'eliminazione e da un ripescaggio. Quindi passare ogni volta il turno è stata una vittoria. Noi lì abbiamo solo fatto il nostro. E ci siamo divertiti un sacco".
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