Il tanto chiacchierato film di Barbie - con protagonista l’eccezionale Margot Robbie e diretto da Greta Gerwig, già conosciuta per i suoi ruoli sul grande schermo ma anche per aver diretto l’adattamento del 2019 di “Piccole Donne” - è pronto a spopolare e travolgere il pubblico italiano col suo carico di provocazione e irriverenza a partire dal 20 di questo mese. 

Per ingannare l’attesa scopriamo che, stando alle prime proiezioni relative al Box Office statunitense emerse dal “Barbenheimer”, la pellicola pare sia destinata a superare per quantità d’incassi il pezzo da novanta e suo diretto contendente “Oppenheimer”, di Christopher Nolan. Risulta infatti che il debutto di Barbie nel weekend di apertura abbia fatto conseguire tra i 70 e gli 80 milioni di dollari - anche se la Warner sta già più cautamente suggerendo una somma intorno ai 60 milioni – e perciò superando ampiamente il rivale, che parrebbe arrestatosi vicino ai 40 milioni

Ciò non toglie che, considerando ancora tre settimane da tenere in conto prima del weekend del 21-23 luglio, la situazione possa cambiare sensibilmente se non addirittura ribaltarsi. Ricordiamo intanto che una pellicola con protagonista l’iconica bambola della Mattel è rimasta per lungo tempo in cantiere presso gli studi Sony, finché non è passata nelle mani della Warner decisasi a sposare definitivamente il progetto con il coinvolgimento di Margot Robbie in veste di protagonista e di Greta Gerwig alla regia. 

Oltre al suo contenuto, che dietro una veste tutta plastica e luccichii promette di abbattere ogni stereotipo di bellezza e immagine di successo, il film deve gran parte della sua attuale fama all’esplosione di commenti raggiunta nei social media, ma anche al successo delle operazioni di marketing e merchandising. E trattandosi di un film principalmente rivolto a un pubblico femminile under 35 - senza trascurare il fatto che moltissimi, indipendentemente dal sesso o dal target d’età, stanno dimostrandosi più che interessati - se prendiamo come esempio il precedente successo di titoli attinenti allo stesso genere come “Mamma Mia!” o “Sex And The City”, il film potrebbe rivelarsi un’autentica miniera d’oro. 

Quanto ai 40 milioni di “Oppenheimer” - dramma storico con protagonista Cillian Murphy che racconta la vita dello scienziato ideatore della bomba atomica e del suo ruolo nel Progetto Manhattan - se i numeri dovessero rimanere tali segnerebbero una delle aperture più basse per il debutto di una pellicola firmata dal regista britannico, ed escludendo “Tenet” - uscito in piena pandemia - risulterebbe l’uscita meno soddisfacente in termini di guadagni dai tempi di “The Prestige” del 2006.

Ma è chiaro che un confronto simile per due titoli di così differente natura - per contenuti, pubblico di riferimento e campagna pubblicitaria - può valere unicamente nel contesto più ampio delle grandi produzioni in uscita, e in particolare per quelle che, più di molte altre, han fatto parlare di se. Niente insomma che sia indicativo dei valori qualitativi dei suddetti, che scommettiamo essere - in entrambi i casi - di indiscutibile rilevanza.  

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