Valanga di nomination per Ariaferma ai David di Donatello 2022. Il film tutto made in Sardegna, pensato e girato interamente sull’Isola in pieno lockdown, ultimo lavoro del regista Leonardo Di Costanzo, è ufficialmente in corsa per ben 11 premi.

Miglior film, Miglior regista, Miglior attore protagonista (Silvio Orlando), Miglior attore non protagonista (Fabrizio Ferracane), Miglior sceneggiatura originale, Miglior produttore, Miglior fotografia, Miglior compositore (Pasquale Scialò), Miglior scenografia, Miglior montaggio, Miglior suono.

L’opera è ispirata dal codice barbaricino ed è girata interamente in Sardegna, con epicentro a Sassari nel carcere in tufo di San Sebastiano. Una struttura realizzata nel 1871 e abbastanza iconica da prestarsi a diventare il carcere di Mortana, uno spazio immaginario che è il penitenziario di massima sicurezza barbaricino. Un luogo che nessuno sembra voler abitare, né i carcerati né le guardie. E neanche il tempo, in questo luogo reso asfittico e sospeso anche dalla colonna sonora, con un’aura di sacralità in cui l’umanità dei protagonisti vive in un limbo.

“Il carcere di Mortana – spiega il regista – nella realtà non esiste: è un luogo immaginario, costruito dopo aver visitato molte carceri. Quasi ovunque abbiamo trovato grande disponibilità a parlare, a raccontarsi; è capitato che gli incontri coinvolgessero insieme agenti, direzione e qualche detenuto. Allora era facile che si creasse uno strano clima di convivialità, facevano quasi a gara nel raccontare storie. Si rideva anche. Poi, quando il convivio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Di fronte a questo drastico ritorno alla realtà, noi esterni avvertivamo spaesamento. E proprio questo senso di spaesamento ha guidato la realizzazione del film: Ariaferma non è un film sulle condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull'assurdità del carcere”.

La trama è tutta intorno a questo carcere in degrado che sta per essere chiuso, quando all’improvviso arriva un contrordine. Dodici detenuti e alcuni agenti devono restare un po’ più a lungo degli altri perché la struttura che li deve accogliere non è ancora pronta. Bisogna dunque gestire in maniera completamente diversa i nuovi rapporti, visto che gran parte dell’edificio è chiusa.
Nel cast ci sono Silvio Orlando e Toni Servillo, per la prima volta protagonisti insieme in un film. Con loro Fabrizio Ferracane, Salvatore Striano, Roberto De Francesco, Pietro Giuliano, Nicola Sechi, Leonardo Capuano, Antonio Buil Pueyo, Giovanni Vastarella, Francesca Ventriglia.

“Il successo internazionale del film è la conferma che la strada di investimento sul cinema e l'audiovisivo per promuovere la Sardegna e la sua cultura, è giusto e fecondo, anche quando si incarna in racconto così particolare. Una storia liberamente ispirata dalle leggi dell'onore che tanto peso hanno avuto nella definizione della identità delle nostre comunità”, afferma il presidente della Fondazione Sardegna Film Commission, Gianluca Aste.
(Unioneonline/L)

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