Contrordine: Natale fuori dall'Isola. Per molti sardi che non vivono più qui e contavano di rientrare in quest'ultimo scorcio dell'anno il cambio di programma è stato inevitabile: il 2020 nel segno del Covid lascia a distanza anche le festività. Il divieto di varcare le frontiere congela le speranze di chi a casa sarebbe voluto tornare. Roberto Finoli è uno di questi e condivide la sua sorte sui social con un bel po' di connazionali. «È la prima volta in 32 anni che non verrò in Sardegna». La sua è una delle prime voci che si sollevano dall'altra parte dell'emisfero, precisamente da Kristianstad, Svezia, ieri sette gradi sopra lo zero. «Qui la situazione è molto drammatica», racconta, «siamo in piena seconda ondata della pandemia dopo un periodo estivo abbastanza tranquillo. Ora la curva dei nuovi infettati é molto ripida. I morti sono oltre 7mila, numero tra i piú alti al mondo. Arrivano segnali di allarme da tutte le comunità scientifiche svedesi ma niente del genere dall'ufficio della sanità». Ragion per cui «è molto raro vedere nella mia città persone che portano la mascherina».

Il racconto

Sessantuno anni, cagliaritano «quasi puro» (genitori dell'Abruzzo), geologo, fotoreporter e insegnante di comunicazione e italiano, «che piace tanto agli svedesi», Roberto Finoli i contatti con la Sardegna non li ha mai persi: la sorella Rita e la nipote Beatrice lo tengono informato su ogni cosa accada in terra sarda. Anche sul Covid che, tanto più a uno come lui, l'ha preso in contropiede. «Mai avrei pensato che sarebbe stato un virus a impedirmi di venire nella mia isola, dove ogni anno rivedo parenti e amici di infanzia». Una semplice cosa, come venire in Sardegna, quest'anno non potrà farla. Neppure lui che se c'è una montagna da scalare non si mette problemi, si arrampica e svetta, per esempio sulla cima del Kebnekaise, la più alta del paese scandinavo, ultima sua conquista che fa invidia agli amici.

Il caso Svezia

Essere tra i sardi rimasti "fuori" per le feste è la scusa per parlare della Svezia, diventata un caso proprio per la sua strategia basata sul no al lockdown. Dal suo punto di vista, ormai svedese (a 29 anni si trasferisce a Stoccolma per inseguire l'amore di quei tempi, una ragazza svedese, madre dei suoi due figli), Finoli condivide in gran parte la posizione del governo. «La filosofia generale in Svezia nei confronti dei cittadini é quella di rispettare le raccomandazioni (igiene e distanze) e adottare un comportamento responsabile. Non obblighi ma raccomandazioni che ovviamente non tutti rispettano, soprattutto i giovani». A scuola, racconta, «mi capita di incontrare intere classi per le scale, i ragazzi non ci pensano: per fortuna ora le scuole ginnasiali passeranno alle lezioni digitali sino a fine quadrimestre. Io sono uno dei pochi che fa notare di mantenere le distanze ma il segnale dato dall'alto, fin dall'inizio, fa sì che oggi ci sia tanta leggerezza nei comportamenti». E ora anche in Svezia la crisi si fa sentire: aumentati gli acquisti online, negozi, ristoranti, bar falliscono. Così o quasi anche agenzie di viaggi e compagnie aeree, come Sas e Norwegian.

Auguri di Natale

«Stiamo tutti sperando in un sereno Natale: lo trascorrerò a Kristianstad, con la mia famiglia allargata, i miei figli, la mia ex, nuovi compagni e compagne, genitori. Con Carina, con cui vivo da 12 anni, ho condiviso avventure e viaggi: speriamo che il prossimo sia in Sardegna».

Carla Raggio

***

https://www.unionesarda.it/sardi-nel-mondo

Potete inviare le vostre lettere, foto, video e notizie a isardinelmondo@unionesarda.it

© Riproduzione riservata