«C'è grande dolore ma il senso di bellezza ed eternità che trasmettono luoghi come Notre-Dame aiuta a superarlo e ci dà la certezza che accadrà, è sempre successo».

Dopo il rogo che lunedì ha semidistrutto la cattedrale parigina, Andrea Dore, ufficiale della Legion d'onore della Repubblica francese, per 26 anni console onorario di Francia a Cagliari, ha ricevuto «decine di telefonate» di amici, cittadini sardi che vivono in Francia ma anche di francesi che vivono nell'Isola, circa 600 persone, secondo gli ultimi dati. «Chi sta a Parigi mi ha raccontato che lunedì sera, dopo la tragedia, le campane di tutta la città hanno suonato all'unisono. È stato un messaggio, un segnale di unità che i francesi sanno trasmettere bene».

«Supererà questa prova»

«Vivo questo momento con dispiacere ma anche con la consapevolezza che se Notre-Dame è sopravvissuta alla rivoluzione francese e al nazismo supererà anche questa prova», dice il commercialista cagliaritano. Che confessa, semmai, di essere dispiaciuto per alcune prese di posizione pubbliche «decisamente fuori luogo».

«Se fosse stata colpita una grande moschea io ne sarei dispiaciuto nello stesso modo perché le icone, i luoghi simbolici religiosi, lo sono al di là dei credo di ciascuno di noi», aggiunge. «A Notre-Dame, cuore di Parigi, uno dei tanti simboli di una città meravigliosa, sono stato tante volte», racconta. «La cattedrale, ma anche tutto ciò che sta intorno, è bellissima e trasmette lo spirito di appartenenza e il senso dello Stato dei francesi».

Una vita per la Francia

Dore ha raccontato in un libro ("Onore e fedeltà. Una meravigliosa avventura") ciò che ha significato per lui la Francia. Un padre console del Belgio, la carica passata a suo fratello alla sua morte, la nomina a console onorario di Cagliari da parte del sindaco di Cagliari Paolo De Magistris nel '90, la Legion d'Onore di primo grado nel 2007, di secondo nel 2013, oltre ai titoli di Chevalier de l'hordre national du merite e Chevalier des palmes academiques. «Quando accettai, promisi di servire la nazione e di onorarla come onoro l'Italia: così ho cercato di fare, anche aiutando e sostenendo la comunità francese in Sardegna».

Reazione d'orgoglio

Come dopo gli attentati del 13 novembre del 2015, la più cruenta aggressione in territorio francese dalla seconda guerra mondiale. Ci furono 137 morti e la Francia si scoprì vulnerabile come non mai.

Lunedì è stato diverso. Non sembra ci sia una mano dietro l'incendio che ha distrutto un o dei simboli francesi ma la reazione, in patria e fuori, è stata forte. «La chiesa sarà ricostruita, rinascerà e nel frattempo continuerà a essere meta di visite da tutto il mondo perché è bella la cattedrale ma è bellissimo anche tutto ciò che c'è intorno», è la certezza di Andrea Dore, che ha lasciato il posto di console onorario ma resta un solido punto di riferimento per una comunità che lo identifica con la missione che ha svolto per un quarto di secolo.

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