Qualcuno li chiamerebbe “cervelli in fuga”. Ma non sempre è una fuga, a volte nelle storie di chi parte e scavalca i confini c’è la fame di curiosità e scoperta, il bisogno di accumulare esperienze per poterle restituire, un giorno, alla propria terra. Alessia Lai, ventisettenne di Tortolì, dal 2018 vive e lavora a Shanghai, la città più popolosa della Cina. Uno dei Paesi più affascinanti al mondo, una delle destinazioni di studio non anglofone più desiderate. Da qualche anno è il general manager di un’azienda europea che si occupa di progetti nel campo della sostenibilità e della responsabilità sociale aziendale, con l’incarico di general manager.

Curriculum

Il suo percorso inizia con il liceo classico e prosegue con l’iscrizione all’Università Ca’ Foscari di Venezia, per studiare lingue, culture e società dell’Asia, con indirizzo lingua cinese. Nel giro di pochi anni si mette in tasca una laurea e un master di primo livello. «A quel tempo non sapevo assolutamente nulla di questo Paese – racconta - motivo per cui ho scelto questo percorso, e ho sempre avuto un’enorme voglia di scoprire il mondo».

Tra il 2015 e il 2018 la vita di Alessia Lai si divide tra l’Italia e la Cina, tra esami universitari e un lavoro part-time in una boutique di Venezia. «Sono stata a Pechino, in seguito ho fatto uno stage al consolato italiano di Chongqing, e infine all’Ice (Istituto commercio estero) di Shanghai».

Stregata

L’incontro con il Paese e con il popolo cinese è da subito sconvolgente e affascinante, con tutte le sue contraddizioni, e la metropoli Shanghai la conquista definitivamente. «Ho capito che quello sarebbe stato il luogo dove avrei voluto iniziare la mia carriera e con fatica e molto impegno sono riuscita a trasferirmi». Il lavoro la gratifica. «Ci interfacciamo - spiega - con i grandi gruppi del lusso e del retail europei e abbiamo il compito di controllare i loro fornitori qui in Cina (orari di lavoro, trattamento degli operai, rispetto delle leggi, inquinamento e impronta di CO2, per esempio). Sono entrata tre anni fa come sviluppatrice del business e all’inizio del 2021 ho ricevuto l’incarico attuale».

La nostalgia

Si fa sentire ogni giorno, l’Ogliastra e la sua natura incontaminata, il lento scorrere del tempo, la famiglia. «La Cina non è un Paese semplice, ci vuole pazienza, adattamento, ma sono sicura che non sarei la persona che sono ora se non fossi venuta qui. Mi sono trovata in mezzo a situazioni difficili e allo stesso tempo stimolanti, ricche di emozioni che hanno messo in discussione ogni mia certezza», ricorda Alessia. E pensando alla nostra Ogliastra aggiunge: «Vedo la voglia di fare e la passione che ci sono, specie da parte delle persone della mia generazione che non hanno paura di restare, anzi proprio lì vogliono creare valore aggiunto. Piacerebbe molto anche a me far parte di questa categoria: tornare per “dare indietro” quello che la Sardegna mi ha regalato crescendomi».

Fabiana Carta

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