È possibile una diagnosi precoce del tumore prostatico? In caso di carcinoma della prostata già in fase avanzata, quali sono gli approcci terapeutici disponibili?

La prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali, come conferma la campagna "Quiproquo" con Francesco Paolantoni. E per le cure ci sono novità. Per il tumore della prostata non è previsto uno screening di massa, come per il tumore del colon o il tumore del collo dell'utero o per il tumore della mammella. L'esame del PSA, essendo poco specifico, porta spesso a un eccesso di diagnosi, a falsi positivi (oltre che qualche falso negativo) e anche al rischio di "sovratrattamenti" che potrebbero essere evitati (molti tumori della prostata hanno un andamento clinico molto lento). Pertanto, lo screening mediante determinazione del PSA non viene riconosciuto in maniera universale dalla comunità scientifica internazionale come un test a tappeto da raccomandare. Tuttavia, rimane un presidio preventivo cui far ricorso dietro precisa richiesta dell'urologo, dell'oncologo o comunque su indicazione del medico. La cosa migliore è porre attenzione a qualunque segno o sintomo potenzialmente "spia" di una malattia, per esempio alle modifiche della minzione e dell'attività sessuale. In ogni caso il PSA deve essere preceduto dalla visita medica. Molti tumori della prostata sono diagnosticati in fase iniziale, in cui il trattamento è locale (chirurgia, o radioterapia, o in alcuni casi addirittura sorveglianza attiva).

Esiste però la possibilità che la malattia si ripresenti dopo il trattamento iniziale, oppure anche la possibilità che la malattia sia avanzata già al momento della diagnosi. Negli ultimi anni sono stati compiuti importanti progressi nel trattamento farmacologico del tumore della prostata che, com'è noto da tempo, è una malattia ormono-sensibile per la quale tuttavia avevamo pochi presidi farmacologici a disposizione: la terapia di deprivazione androgenica è efficace per bloccare la stimolazione per un certo periodo di tempo, ma poi la malattia diventa resistente alla castrazione, per la quale fino a qualche anno fa esistevano pochissimi trattamenti efficaci.

Ai progressi farmacologici si è accompagnato un miglioramento della sopravvivenza e della qualità della vita. In primo luogo, sono stati messi a punto farmaci ormonali di nuova generazione; sono disponibili anche nuovi chemioterapici, che si rivelano efficaci in questa fase di malattia. È stato introdotto negli ultimi anni nella pratica clinica anche un radio-farmaco, isotopo radioattivo del Radio, mirato a gestire la localizzazione ossea (metastasi ossee) della malattia che, come sappiamo, è molto frequente. Novità più recente, si registrano progressi anche nelle terapie a bersaglio molecolare.
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