Per arrivare alla diagnosi di psoriasi è necessaria una visita da uno specialista, che basa il suo responso sull’aspetto delle desquamazioni e delle placche, oltre che sulla zona del corpo in cui compaiono. In alcuni casi, però, può essere necessario procedere con il prelievo di un campione di un tessuto cutaneo da esaminare al microscopio. Questo avviene per escludere la presenza di disturbi ben più gravi, come per esempio il cancro della pelle.

Il trattamento

Il trattamento della psoriasi segue generalmente tre strade: la somministrazione di farmaci topici, la fototerapia o l’utilizzo di immunosoppressori. Sta allo specialista, in base alla gravità e all’entità dei sintomi, individuare la terapia migliore per il singolo paziente. I farmaci topici sono senza dubbio quelli utilizzati con maggiore frequenza: la gran parte delle problematiche viene risolta con la somministrazione di creme idratanti sulla zona colpita. Nei casi leggermente più seri si ricorre invece ad agenti topici che includono i corticosteroidi, spesso associati al calcipotriene. Nelle zone più delicate, come l’area del viso e dell’inguine, si tende a utilizzare principi come il tacrolimus e il pimecrolimus. Bisogna infatti stare molto attenti alla zona in cui applicare i farmaci topici: alcuni di questi potrebbero irritare la cute e peggiorare i sintomi, per questo sono i medici a dover indicare quale terapia seguire.

Gli immunosoppressori

Gli immunosoppressori sono farmaci che agiscono andando a indebolire intenzionalmente il sistema immunitario, per far sì che la psoriasi non possa peggiorare. Per giungere a questo tipo di somministrazione, il livello di gravità della psoriasi deve essere molto alto: vi sono infatti diversi rischi correlati alla scelta di questo tipo di terapia. Alcuni di questi farmaci possono essere assunti per via orale, altri tramite iniezione. La sostanza più utilizzata per combattere la psoriasi grave è la ciclosporina, un farmaco che come effetti collaterali può provocare ipertensione arteriosa e un danno a carico dei reni. Il micofenolato mofetile può causare problemi gastrointestinali e aumentare il rischio di linfoma, mentre il metotressato, utilizzato solamente nei casi di psoriasi grave e in soggetti che non rispondono a terapie meno dannose, può arrivare a provocare un danno epatico e al sistema immunitario. Per tutti questi motivi, il ricorso agli immunosoppressori è molto raro, un approccio utilizzato solamente nei casi in cui la psoriasi ha già colpito gran parte del corpo del paziente.

Le tipologie gravi

Esistono infine delle tipologie di psoriasi meno comuni, ma con conseguenze molto gravi. La psoriasi eritrodermica causa l’arrossamento e la formazione di squame praticamente su tutto il carpo: proprio come un’ustione grave, priva la pelle della sua funzione di barriera protettiva contro possibili infezioni e traumi. Un’altra forma altrettanto grave è la psoriasi pustolosa, che presenta vesciche piene di pus, di dimensioni piccole e grandi, che si diffondono su tutto il corpo. La psoriasi palmoplantare è una variante di quella pustolosa, ma con uno sviluppo limitato a mani e piedi.

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