Caldo, attenti ai più piccoli: i consigli della pediatra
Alcune regole e semplici accorgimenti da seguire per affrontare l’estate in serenità, con particolare attenzione a bimbi e lattanti sotto i due anniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È ancora caldo torrido nell’Isola, e in vista dei lunghi mesi che ci separano dall’autunno è importante ricordare quali sono gli accorgimenti più importanti da considerare, soprattutto per tutelare da colpi di calore i più piccoli e in particolar modo i lattanti.
«Con l’innalzamento delle temperature esterne – spiega la pediatra Anna Maria Bottelli – il nostro organismo ha un importante compito: mantenere costante la temperatura corporea, attraverso la “termoregolazione”. In bambini e anziani o quando il tasso di umidità è particolarmente elevato, può succedere che il meccanismo si inceppi. Si crea allora un tal accumulo di calore corporeo da causare un progressivo innalzamento della temperatura, fino ad arrivare al “colpo di calore”».
«All’inizio si può avere una “sincope da calore” – prosegue Bottelli – ovvero uno svenimento dovuto alla vasodilatazione periferica, poi un “esaurimento da calore” con disidratazione, sete intensa, temperatura corporea anche di 39°C, senza danno tissutale. Se non si pongono rimedi, si giunge al “colpo di calore vero e proprio”, con temperature anche maggiori di 41°C e coinvolgimento del Sistema Nervoso Centrale, degli Apparati Cardiovascolare e Renale e danno tissutale a volte irreversibile».
Ecco, allora, consigli e presidi terapeutici dall’esperta, a titolo preventivo, in particolare per i piccoli.
- Evitare di uscire o praticare attività fisica nelle ore più calde, tra le 10/11 e le 17/18.
- Tenere i bambini in luoghi freschi e ombreggiati, in tale fascia oraria.
- Esporre i piccoli al sole diretto con prudenza, meglio dopo il primo anno di vita, utilizzando creme ad alta protezione. Anche se i raggi solari sono utili per la produzione di vit. D, tutto deve avvenire gradualmente. Una mancata protezione cutanea dei bambini può causare eritemi, ustioni o danni importanti alla pelle.
- Non passare continuamente da ambienti caldi a quelli freddi: un’inopportuna “ginnastica” per le cellule.
- Se si usano i condizionatori, evitare una temperatura troppo bassa rispetto a quella esterna: attorno ai 23°C - 25°C, con un basso tasso di umidità, si può godere del giusto beneficio.
- Controllare l’umidità dell’ambiente e utilizzare eventualmente un deumidificatore.
- Usare con cautela i ventilatori meccanici, che non abbassano la temperatura, ma accelerano solo il movimento dell’aria. Evitare inoltre le pericolose correnti d’aria.
- Indossare indumenti leggeri – lino o cotone – che facilitano la traspirazione e di colore chiaro che respinge i raggi solari. Ciò in particolare vale per i bambini cui è opportuno fare usare un cappello a tesa larga e occhialini.
- Rinfrescare frequentemente tutto il corpo con una doccia tiepida e, nel caso dei più piccoli, aprire il pannolino.
- Assumere e fare assumere molti liquidi – presidio che vale a qualunque età – per integrare le perdite da sudorazione. Ai bambini far bere a piccoli sorsi bevande fresche, mai ghiacciate, con sali minerali aggiunti.
- Privilegiare una dieta ricca di frutta e verdura, ridurre gli alimenti grassi (cibi fritti, piatti con panna, burro, maionese e paste condite con sughi elaborati) o proteici e ricchi di sale. Evitare le bevande zuccherine.
- Non lasciare mai i bambini, anche solo per un breve periodo, in un’automobile parcheggiata al sole. Prima di ogni viaggio ventilare l’abitacolo, regolando la temperatura su valori di circa 5 gradi inferiori a quella esterna.
«Particolare attenzione – conclude Bottelli – meritano i lattanti sotto i 2 anni, a rischio più di altri per il colpo di calore: la superficie corporea e lo strato sottocutaneo – che ha un’azione simile a un isolante – più scarsi, rendono difficile la dispersione del calore e il normale meccanismo di termoregolazione. I genitori e i caregivers dovrebbero sempre stare attenti ai segnali di sete o di eccessiva tranquillità, come a quelli di fame e sazietà, seguendo il concetto del “responsive feeding” del bambino/a».
(Unioneonline/v.l.)