La lebbra è una malattia dalle radici antiche ancora endemica in molti Paesi, con circa 200mila nuovi casi l'anno. E secondo gli esperti, il batterio che scatena questa patologia potrebbe aver avuto origine proprio nel Vecchio Continente.

Nel Medioevo, in particolare, in Europa erano presenti diversi ceppi batterici di lebbra, e non solo due, come si credeva finora. Ad affermarlo sono i ricercatori delle università di Zurigo e Tubinga e dell'Istituto Max Planck di Jena, dopo aver ricostruito il genoma del ceppo più antico.

Gli studiosi hanno ricostruito il genoma di dieci ceppi storici di Mycobacterium leprae. I campioni provenivano dai resti di 90 soggetti di tutta Europa - risalenti a un periodo fra il 400 d.C. e il 1400 - che presentavano deformazioni ossee tipiche della lebbra. Con sorpresa, i ricercatori hanno scoperto che tutti i ceppi batterici presenti oggi, anche quelli in Africa, Asia a e America, esistevano già all'epoca. E ciò lascia supporre che l'agente patogeno fosse già presente nell'antichità in Asia ed Europa e che la sua origine potrebbe essere in Eurasia.

Il genoma più antico ricostruito dai ricercatori proviene, nello specifico, dall'Inghilterra e risale al 415-545 d.C.

Il ceppo è uguale a quello osservato attualmente negli scoiattoli. Proprio questi animali, e il commercio della loro pelliccia, possono aver contribuito alla propagazione della malattia.

(Unioneonline/v.l.)
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