Ho letto che nei casi in cui una donna particolarmente grassa deve essere operata per tumore dell'utero si può procedere con la laparoscopia. Come si fa?

La tecnica, anche senza immettere anidride carbonica (gas-less) può salvare la vita quando a ricevere la diagnosi di un tumore ginecologico è una donna obesa. È ciò che evidenzia la pratica clinica quotidiana dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove questo metodo viene già utilizzato con enormi benefici. La tecnica gas-less infatti per la prima volta apre la possibilità di offrire l'intervento in laparoscopia anche alle donne obese o fortemente obese, riducendone significativamente le probabilità di rischio associate. Vengono introdotti ai lati dell'addome, nel sottocute, degli aghi particolari che permettono di sollevare l'adipe senza traumatizzare i tessuti. Si ottiene così lo spazio di manovra chirurgica senza la necessità di anidride carbonica, oppure introducendone una minima quantità non pericolosa per la paziente. Studi precedenti non hanno evidenziato differenze significative rispetto alla laparoscopia tradizionale, in termini di complicanze, morbilità e risultato estetico. Ad oggi, la laparoscopia è - insieme alla chirurgia robotica - l'opzione chirurgica preferita per il trattamento delle donne con neoplasie ginecologiche e in particolare per il carcinoma dell'endometrio in fase iniziale. Non tutte le pazienti però sono eleggibili per questo approccio. In caso di obesità, infatti, le donne vengono più facilmente indirizzate verso la chirurgia tradizionale, con tutti gli svantaggi: maggiori traumi per la parete addominale, tempi più lunghi di ripresa, un'incisione chirurgica svantaggiosa sul piano estetico contro le micro-incisioni della laparoscopia. In alcuni casi inoltre le pazienti con obesità patologica vengono giudicate non operabili per cause non chirurgiche come per esempio gli elevati rischi anestesiologici e vengono indirizzate verso cure oncologiche.
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