Una terapia che nasce dalla tradizione, che fa bene e che migliora sensibilmente il quadro sintomatologico di chi è affetto da malattia di Parkinson.

Parliamo del "Ballu tundu", che secondo gli esperti può essere ora annoverato tra le scelte riabilitativo-motorie per i pazienti.

A rivelarlo uno studio scientifico, "Sardinian Folk Dance for Individuals with Parkinson’s Disease: A Randomized Controlled Pilot Trial", che ha coinvolto venti pazienti sardi di entrambi i sessi con diagnosi di malattia di Parkinson da circa 5 anni, e che ha avuto una durata complessiva di quasi due anni, necessari per la programmazione di tutte le fasi valutative, l'attuazione del programma di ballo e la divulgazione e pubblicazione degli esiti progettuali.

Non solo riabilitazione e farmaci, dunque: secondo i ricercatori tre mesi continuativi di "Ballu tundu" sono capaci di migliorare l'equilibrio, la mobilità funzionale, la capacità di esercizio e la qualità di vita dei malati.

La particolare pratica sarebbe anche un'efficace arma contro depressione, apatia e disturbi cognitivi spesso associati alla malattia.

Lo studio, finanziato dalla Fondazione di Sardegna, è in fase di pubblicazione sulla rivista scientifica statunitense "Journal of Alternative and Complementary Medicine", e ulteriori esiti della ricerca troveranno spazio nei prossimi, più importanti congressi internazionali di settore.

Il progetto, che vede la dottoressa Lucia Cugusi e il dottor Paolo Solla come autori principali della ricerca, è stato ideato e realizzato da un’equipe coordinata dal professor Giuseppe Mercuro con la collaborazione dell'Unità Operativa Complessa di Neurologia dell'Azienda ospedaliera di Cagliari, di bioingegneri delle Università di Cagliari e Sassari, dell’esperto e maestro di ballo sardo Emanuele Garau e dell’associazione Team Kayak Sardegna.

(Unioneonline/v.l.)
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