Dorme peggio e mangia di più: l'identikit dell'italiano in quarantena
Fra le attività preferite durante l'isolamento il cucinare, fare le pulizie domestiche, parlare con amici e parenti, leggereDopo le prime tre settimane di isolamento a causa della diffusione del Covid-19, i cittadini mostrano in generale una "buona tenuta" psico-fisica, ma cominciano ad emergere segnali di disagio, come il peggioramento della qualità del sonno, l'aumento del consumo di cibo per gestire l'ansia, la crescente preoccupazione per la salute e la situazione economica, la tendenza a ingrassare.
Sono i risultati dell'indagine condotta sui cittadini, per lo più lombardi (su 6.651 questionari completi ricevuti oltre la metà, ben 3.432, provengono da questa regione) da Leonardo Mendolicchio, direttore sanitario di Villa Miralago, ed Emanuele Lettieri, ordinario di Gestione dell'innovazione in sanità alla School of Management del Politecnico di Milano. La survey è stata promossa attraverso canali digitali - WhatsApp, Facebook e LinkedIn - e questo ha contribuito a raccogliere rapidamente un numero importante di risposte.
In generale, secondo gli studiosi solo pochi hanno approfittato della situazione per migliorare abitudini alimentari e stili di vita, anche informandosi su quale fosse l'alimentazione più corretta per fronteggiare il virus.
Sul campione degli intervistati, solo il 38% si considera responsabile in toto della propria salute (una percentuale analoga si ritiene "abbastanza" responsabile), anche se il 60% comprende appieno le informazioni sanitarie.
Per quanto riguarda l'alimentazione, a essere preferito è il consumo di prodotti alimentari freschi come carne, pesce, uova, latticini e frutta e verdura (57%), mentre i farinacei si attestano solo al terzo posto (19%) e i generi di conforto come i dolci appena al 9%. Relativamente alle bevande, però, quelle "zuccherine" (gassate e succhi di frutta) arrivano al 20%.
Otto rispondenti su 10 hanno inoltre dichiarato di voler in qualche modo sfruttare la "quarantena" per provare a migliorare le proprie abitudini alimentari e di vita, in particolare introducendo più verdure e frutta di stagione nella dieta giornaliera (20%) e consumando più acqua (18%), anche se solo il 9% ridurrebbe lo zucchero e il 5% alcol e superalcolici.
Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, soltanto il 10% ha di fatto cercato informazioni sull'alimentazione consigliata - ad esempio dall'Oms - per affrontare meglio il contagio e la sedentarietà: 1 su 3 ha cercato di rafforzare il proprio sistema immunitario con integratori o frutta e verdura e il 6% ha utilizzato App per avere un supporto alla corretta alimentazione. Al contrario, il 54% non ha modificato il proprio apporto calorico e ben il 33% lo ha aumentato: il 27% lamenta di avere sentito più appetito, mentre il 60% ammette di avere ceduto per gola-noia-nervosismo, mostrando l'insorgenza di 'fame emozionale'.
Non a caso, 1 rispondente su 3 ha preso peso, in particolare nella fascia d'età 30-64 anni e tra coloro che hanno subìto, o temono, una riduzione del proprio reddito, senza distinzione di sesso.
Nel 72% dei casi, comunque, le scelte alimentari sono cambiate, in particolare (46%) per la difficoltà di recarsi nei punti vendita con la stessa frequenza di prima, ma anche (10%) per la necessità di contenere le spese, oppure (16%) perché si cucina per passatempo.
Ben 6 rispondenti su 10, pur avendo più tempo libero, non lo hanno usato per potenziare l'attività fisica (solo il 23% lo ha fatto), ma hanno preferito dedicarsi a cucinare, fare le pulizie domestiche, parlare con amici e parenti, leggere. Solo il 3% dei rispondenti ha avuto esperienza diretta del Covid-19, ma la percentuale sale addirittura al 50% se si considera chi ha registrato casi di contagio tra parenti o conoscenti, un dato che certamente ha influito sull'insorgere di preoccupazioni e disagi psico-fisici manifestati da alterazioni dei comportamenti.
Inoltre, 4 su 10 hanno dichiarato che il clima in casa si è fatto stressante, per il 15% addirittura conflittuale, confermando come il perdurare delle misure di distanziamento sociale possa avere un impatto nel medio-lungo termine da non sottovalutare, in particolare tra chi non dispone di uno spazio esterno.
Fra gli aspetti segnalati, un peggioramento della qualità del sonno: 3 cittadini su 10 hanno dichiarato di dormire peggio per la preoccupazione e l'ansia e tra di essi quasi 4 su 10 si sono aiutati con sostanze naturali, fitofarmaci, ansiolitici e antidepressivi.
(Unioneonline/v.l.)