Solo il 3% dei nati da madre positiva al coronavirus hanno contratto il Covid-19. Ma l'infezione, quando subentra in gravidanza, raddoppia il rischio di nascite pretermine, tanto che durante la pandemia in Italia circa 2 bimbi su 10 nati da mamme con il Sars-Cov-2 erano prematuri. Questi i dati che emergono dal Registro Nazionale della Società Italiana di Neonatologia (Sin), che verranno presentati al 26esimo congresso della società scientifica, in programma dal 7 al 10 ottobre.

"Appena iniziata la pandemia - spiega Fabio Mosca, presidente della Sin - abbiamo attivato un registro con i dati delle donne affette da Covid che partorivano. Fino a oggi solo 6 bambini su 215 nati da madri positive hanno avuto la trasmissione del virus, pari al 2,8%. Quindi il 97% dei neonati ha avuto solo i benefici del contatto con la madre. Inoltre, l'allattamento al seno, nella maggioranza dei casi è proseguito nei mesi successivi. Dei 6 neonati, uno è nato già positivo e tutti hanno avuto un decorso asintomatico o paucisintomatico: nessuno è stato ricoverato in terapia intensiva".

All'inizio della pandemia, la Sin ha scritto delle linee guida per sensibilizzare a proseguire, secondo precise regole di sicurezza, l'allattamento al seno. "Una scelta in contrasto rispetto a quanto accadeva in Cina, ma il tempo ci ha dato ragione. I dati - prosegue - confermano che l'infezione è nei neonati poco frequente e benigna: quindi, se la donna ha pochi sintomi, è preferibile non separarla dal figlio, per la salute fisica e psicologica di entrambi".

Il registro mostra però anche un aspetto preoccupante, ovvero che le mamme positive al Covid hanno avuto un tasso di nascite pretermine del 19,7%, pari al doppio di quello normale che è circa il 9%. Questo, conclude Mosca, "è legato agli effetti diretti e indiretti del virus nell'indurre il parto. Nel 24% dei casi è stato effettuato un cesareo di elezione mentre nel 15% un cesareo d'urgenza. E' importante, su questo, mantenere alta l'attenzione".

(Unioneonline/v.l.)
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