Si era eclissata da un po'. Ora, invece, all'improvviso, Stefania Prestigiacomo, ex ministro di ben tre governi Berlusconi, è tornata a far parlare di sé, riapparendo alla ribalta delle cronache per il blitz sulla nave Sea Watch ancorata, con 47 migranti a bordo, davanti alle coste siciliane.

E, ritrovandosela di nuovo in prima pagina, i più hanno scoperto che la 52enne siracusana fa ancora la deputata, eletta l'anno scorso nel proporzionale con Forza Italia.

L'irruzione a bordo dell'imbarcazione della ong tedesca battente bandiera olandese, però, non è piaciuta molto ai colleghi di partito.

Innanzitutto perché i berluscones non hanno una posizione di netto contrasto con le politiche di tolleranza zero condotte dal ministro dell'Interno e leader della Lega Matteo Salvini. E poi perché la capatina a bordo è stata effettuata assieme a due parlamentari di sinistra, Riccardo Magi (+Europa) e Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana).

A bordo del gommone al porto di Siracusa
A bordo del gommone al porto di Siracusa
A bordo del gommone al porto di Siracusa

"L'ho trovata disorientante rispetto a quanto si è detto negli ultimi anni sull'immigrazione, quando Forza Italia era all'opposizione del Pd, e rispetto al programma elettorale del partito e alle alleanze territoriali con l'alleato leghista", ha sintetizzato, tra gli altri, Giovanni Toti, commentando la sortita in gommone della collega azzurra.

Lei, però, nonostante le tirate d'orecchi, non ha fatto ammenda. Anzi, "abbiamo condiviso valori importanti al di là delle appartenenze politiche. E ne sono fiera", ha twittato, mentre infuriavano le polemiche e mentre qualcuno è addirittura arrivato a ipotizzare la sua uscita da Forza italia.

Alla Camera (Ansa)
Alla Camera (Ansa)
Alla Camera (Ansa)

Ma, ripercorrendo la sua storia politica, non è la prima volta che Stefania vìola gli ordini di scuderia, scegliendo di fare di testa sua.

Da ministro, ad esempio, si schierò a favore della fecondazione assistita, in contrasto con la linea del partito.

Nel 2012, poi, contestò pesantemente i vertici azzurri per le modalità di scelta dei candidati, soprattutto nella sua Sicilia.

E, controcorrente, la Prestigiacomo è andata anche sulle nozze arcobaleno: "Non esiste che gli omosessuali vadano a sposarsi all'estero. Sono minoranze che vanno tutelate", ebbe a dichiarare, quando sedeva sulla poltrona del dicastero delle Pari opportunità.

Idem sulle droghe leggere: "È sbagliata la rigidità nell'affrontare la lotta alla droga, le droghe non sono tutte uguali. Non che io sia favorevole allo spinello. Ma lo spinello è come la birra del sabato sera e non è da confondere con l'eroina e la cocaina", commentò, all'epoca delle varie Bossi-Fini-Giovanardi.

Nel 1997, agli inizi della carriera politica (Ansa)
Nel 1997, agli inizi della carriera politica (Ansa)
Nel 1997, agli inizi della carriera politica (Ansa)

Insomma, una vita (politica) in direzione ostinata e contraria, fatta di fedeltà indiscussa al grande capo Silvio Berlusconi - che la folgorò, neanche trentenne, con la sua discesa in campo nel 1994 - ma sempre accompagnata da guizzi da vera ribelle.

Un'anima progressista racchiusa in una scorza conservatrice.

Merito, forse, della sua formazione politica giovanile, un mix di sinistra Dc e timida adesione alle battaglie radicali di Marco Pannella.

Niente di cui stupirsi, dunque. Semplicemente, anche oggi che non è più ministro, Stefania Prestigiacomo continua a fare Stefania Prestigiacomo, con buona pace di chi, nel centrodestra, storce il naso.

Con Silvio Berlusconi (Ansa)
Con Silvio Berlusconi (Ansa)
Con Silvio Berlusconi (Ansa)

L'ha capito e sottolineato, addirittura, Ignazio La Russa, commentando l'incursione dell'ex ministro sulla Sea Watch.

"È inutile meravigliarsi o attaccare Stefania per la sua visita ai clandestini a bordo della nave", ha detto il suo ex compagno (si fa per dire) di Pdl. Aggiungendo: "Posso testimoniare che la parlamentare di Siracusa è stata coerente col suo pensiero, noto sin da quando era ministro nel governo Berlusconi. Che poi le sue convinzioni possano aver creato danni ai partiti del centrodestra e oggi a Forza Italia, non consente di accusarla di vanità, ma semmai di perseveranza, diabolica o umana poco importa".

Giusto, poco importa. La perseveranza è perseveranza. Soprattutto quando, come ha sottolineato lei stessa, "non si può voltare la testa dall'altra parte e far finta di nulla".

Luigi Barnaba Frigoli

(Unioneonline)

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