Posizioni divise tra i partiti dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha in parte bocciato l'Italicum varato dal governo Renzi.

Compatti nel chiedere "elezioni subito" sono Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Fratelli d'Italia.

Subito dopo il pronunciamento della Consulta i tre leader, Beppe Grillo, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, hanno dichiarato che "non ci sono più ostacoli né scuse", invitando il presidente Sergio Mattarella a sciogliere le Camere.

Anche il Pd non è restìo al voto in tempi brevi. "No alla melina del partito del non voto", il commento di Matteo Renzi alla sentenza.

I dem vorrebbero sondare in Aula l'ipotesi di un ritorno al Mattarellum, ma, qualora non ci fossero le condizioni per il confronto, il segretario non avrebbe timori nell'affrontare la sfida elettorale.

Contrari al voto subito, invece, centristi e Forza Italia.

Per l'azzurro Renato Brunetta ci sarebbe infatti la necessità di "armonizzare" le indicazioni della Corte in Parlamento, come chiesto più volte dal Capo dello Stato.

Quest'ultimo si sarebbe riservato di non prendere decisioni almeno fino alla metà di febbraio, quando usciranno le motivazioni della sentenza.

Ma, sostengono i beninformati, se tutti i partiti aprissero alle elezioni, non si opporrebbe allo scioglimento anticipato delle Camere.

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