"Siamo convinti di aver messo in campo la migliore squadra per vincere le elezioni". Così il segretario del Pd Matteo Renzi in conferenza stampa al Nazareno dopo la direzione sulle candidature.

Una dichiarazione per gettare acqua sul fuoco delle polemiche, dopo la riunione di venerdì notte, che ha visto non poche spaccature con la minoranza interna.

Il leader dem si è detto però "soddisfatto" dei risultati ottenuti e ha voluto ringraziare i maggiori esponenti del governo uscente per aver accettato di ripresentarsi.

"Ringrazio innanzitutto il premier Gentiloni, candidato nel Lazio e nei collegi plurinominali della Marche e Catania", ha detto Renzi. Aggiungendo: "E ringrazio il ministro Marco Minniti che dovrà fare doppio lavoro candidato nell'uninominale a Pesaro e al proporzionale a Venezia e Salerno".

Dubbi sono stati espressi da alcuni esponenti di spicco del partito, a cominciare dal ministro dello Sviluppo uscente, Carlo Calenda. "Quale è il senso di non candidare gente seria e preparata, protagonista di tante battaglie importanti come De Vincenti, Nesi, Rughetti, Tinagli, Realacci, Manconi? Spero che nelle prossime ore ci sia un ravvedimento operoso. Farsi del male da soli sarebbe incomprensibile".

Proprio il senatore sardo Luigi Manconi, in prima linea per la battaglia dello ius soli, è uno degli esclusi più eccellenti, assieme - come ricordato da Calenda - al ministro De Vincenti e al presidente della Commissione Ambiente Ermete Realacci.

Ma fuori è rimasto anche Antonio Di Pietro, che sperava in una candidatura in Molise.

La squadra messa insieme, però, per il segretario è di tutto rispetto. Sulla stessa lunghezza d'onda la fedelissima Debora Serracchiani (candidata nell'uninominale a Trieste): "Ora guardiamo avanti e pensiamo a vincere le elezioni".

Ecco - a meno di sorprese last minute - i nomi di spicco scelti dal Pd, in Sardegna e nel resto d'Italia.

NELL'ISOLA:

CHI E DOVE IN SARDEGNA:

NEL RESTO D'ITALIA:

(Unioneonline/l.f.)
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