La storia di Luca Palamara è ancora tutta da scrivere anche se, grazie alla collaborazione con Alessandro Sallusti, sono stati pubblicati due best seller editi da Rizzoli, prima “Il Sistema” e quest’anno “Lobby e logge” dove molto è stato detto.

Passato dalla parte opposta della barricata, l’ex numero 1 dell’Associazione Nazionale Magistrati, considerato uno dei più brillanti togati della giustizia penale fino allo scoppio della bomba mediatica che lo ha investito, ora cerca di far emergere la sua verità: solo i vari collegi che si alterneranno nelle decisioni sui fascicoli aperti in diverse procure potranno decretare se “l’affaire Palamara” sia stato una montatura oppure una brutta vicenda di malagiustizia.

Per ora il magistrato ha ottenuto significative vittorie in battaglie importanti, ma è ancora presto per capire chi vincerà la guerra e quale sarà l’andamento giudiziario delle inchieste più incandescenti.

Certo è che, recentemente, le intercettazioni captate nelle ormai famigerate riunioni tra magistrati e politici negli alberghi romani, ad insaputa dei parlamentari, sono state ritenute inutilizzabili dal Parlamento italiano e la Corte costituzionale sarà chiamata a giudicare sul conflitto di attribuzione con il Csm.

Un colpo quasi mortale per l’inchiesta madre che prosegue azzoppata: certamente il lavoro degli inquirenti andrà avanti, non si sa quanto speditamente, ma il primo tempo della sinfonia giudiziaria presto sarà scritto sulla partitura della Procura di Perugia, competente per i procedimenti riguardanti i magistrati.

Palamara facciamo chiarezza: quali sono le inchieste a suo carico e a che punto sono?

«Nei miei confronti si sono aperti diversi fronti giudiziari e, finora, ho ottenuto importanti e significative assoluzioni, anche definitive. Confido che anche per quelli tuttora in corso si possa raggiungere la piena assoluzione e confermo che, per ora, non c'è stata nessuna condanna».

Com’è la storia delle intercettazioni telefoniche con il trojan?

«È una storia che deve essere ancora scritta. Per il momento ci sono indagini in corso, sia presso la procura di Firenze che presso quella di Napoli, volte a stabilire se ci siano state irregolarità nelle registrazioni e nelle intermittenze che hanno consentito di intercettare solo alcune conversazioni rispetto ad altre».

Lei è di casa in Sardegna perché la frequenta da oltre 20 anni. Ci sono accuse che la riguardano per iniziative imprenditoriali nel territorio di Olbia?

«Confido che l’udienza preliminare sarà il luogo nel quale definitivamente chiarire questa surreale vicenda che riguarda la gestione di un chiosco sulla spiaggia di Porto Istana. Nulla è avvenuto in maniera occulta o illecita e rispetto alla gestione ne sono rimasto sempre totalmente estraneo. Mi fa male sapere che, insieme a me, siano state coinvolte in questa vicenda persone oneste e dedite al lavoro che, loro malgrado, sono finite in mezzo alla lotta tra le correnti per la nomina del Procuratore di Roma».

Ha saputo che un giudice del Tribunale di Tempio, accusato di corruzione, è stato recentemente assolto assieme all’imprenditore Manuel Spano?

«Umanamente sono stato felice di apprendere che la vicenda che ha riguardato anche il dottor Cristiano si sia conclusa positivamente».

Sta girando l’Italia per parlare della sua storia cristallizzata in due libri di successo. Come la accoglie il pubblico?

«Non mi sarei mai immaginato tutto questo interesse sul tema giustizia e soprattutto l’accoglienza positiva che, nonostante il fango che mi è stato tirato addosso da taluni organi di stampa, tanti cittadini mi hanno voluto riservare. Il mio non sarà mai un racconto contro la magistratura ma esclusivamente la volontà di far comprendere quello che non ha funzionato nell’ambito di una istituzione fondamentale per il vivere democratico di un Paese».

Come è nata la sinergia con Alessandro Sallusti?

«È nata giorno dopo giorno. Superata l’iniziale diffidenza si è creato un feeling con un unico obiettivo: rendere un servizio alla democrazia squarciando il velo di ipocrisia che spesso caratterizza il mondo delle istituzioni».

Prima era considerato un paladino della sinistra. Ora dove si colloca?

«In realtà sono sempre stato indipendente e mi sono costantemente battuto per una magistratura autonoma ed imparziale e non politicizzata. Oggi mi rendo conto che il mio discorso desta l’attenzione di larga parte dell’elettorato che vota il centrodestra, ma non solo. Mi auguro che possano essere maturi i tempi per arrivare ad una riforma della giustizia nell’interesse dei cittadini».

Voleva candidarsi ma forse è ancora presto…

«Il mio impegno continua: è stata costituita un’associazione che si chiama “Oltre il sistema” e che giorno dopo giorno riscuote l’interesse di molti cittadini desiderosi di partecipare in maniera attiva su temi che riguardano la giustizia ma non solo. Su questa strada è mia ferma intenzione continuare».

Oltre alla politica attiva che progetti ha? un terzo libro?

«Penso che nel mio futuro ci saranno sicuramente un terzo libro e l’impegno politico per una giustizia giusta».

L.P.  

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