Non si placano le polemiche politiche innescate dall'astensione del centrodestra al momento della votazione in Senato alla mozione presentata da Liliana Segre, parlamentare sopravvissuta ai lager nazisti, che ha chiesto l'istituzione di una commissione contro il razzismo e l'antisemitismo.

Partito Democratico e Movimento 5 Stelle continuano a ribadire che quella di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia è stata una scelta "vergognosa", mentre il Carroccio resta fermo sulla sua posizione, già espressa più volte dal segretario Matteo Salvini.

"Siamo anche noi contro il razzismo - ha precisato l'ex ministro dell'Interno - ma non vogliamo bavagli o uno stato di polizia o un ritorno a George Orwell (autore del romanzo "La fattoria degli animali", ndr)".

Ma, al di là delle posizioni, la vicenda sta avendo duri contraccolpi interni in Forza Italia.

Le decisione di non votare a favore, infatti, ha provocato più di un malumore nelle fila azzurre. Malumore espresso senza mezzi termini da Mara Carfagna.

"La mia Forza Italia, la mia casa, non si sarebbe mai astenuta in un voto sull'antisemitismo", ha detto la deputata, nonché vicepresidente della Camera.

"Stiamo tradendo i nostri valori - ha aggiunto - e cambiando pelle. Intendo questo quando dico che nell'alleanza di centrodestra andiamo a rimorchio senza rivendicare la nostra identità. Se l'unità della coalizione in politica è un valore aggiunto, essa non può compromettere i valori veri, quelli che fanno parte della nostra storia", ha concluso Carfagna.

I vertici forzisti, invece, difendono la scelta, provando a spiegarne meglio le motivazioni, attraverso il vicepresidente Antonio Tajani, che parla di "grande equivoco".

"Nessuno - ha detto in un'intervista l'ex presidente del parlamento europeo - può pensare a Forza Italia che non si schiera contro l'antisemitismo. Siamo la forza politica che più si è schierata a favore di Israele, ho accompagnato io più volte Berlusconi a Gerusalemme, e Berlusconi da presidente del Consiglio ha ribaltato la nostra politica estera a favore di Israele".

E ancora: "È diventata una polemica politica e non sui valori: noi non siamo secondi a nessuno sulla difesa di Israele, il clima politico ha sicuramente influito ma non ha nulla a vedere con la nostra posizione contro il razzismo e contro l'antisemitismo".

Dal canto proprio, la senatrice Segre analizza così quanto accaduto in Senato: "Io credo che sia stata una specie di parola d'ordine alla quale tutto il gruppo di destra ha deciso di adeguarsi, astenendosi. Personalmente tanti di loro magari non si sarebbero astenuti e sono venuti a manifestarmelo. Una cosa incredibile".

"Si parla - ha aggiunto Segre - di una commissione contro l'odio. Per me è sufficiente, cosa bisogna dire di più? Non vi basta quello che sta succedendo? È l'idea che parte da una che l'odio non solo l'ha visto nei fatti tragici da ragazzina, ma ancora adesso è bersagliata dall'odio.".

"Credo - la chiosa - che l'unico modo per combattere questo ritorno di fascismo sia curare la democrazia, farne un bene personale. E non avere paura".

(Unioneonline/l.f.)
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