Meloni in linea con Trump: «L'Europa si deve difendere da sola»
La premier: «Nessuna incrinatura con gli Usa ma se il Vecchio Continente vuole essere grande deve fare da sé»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Giorgia Meloni non vede «nessuna incrinatura» nei rapporti fra Stati Uniti ed Europa, e ribadisce che se il Vecchio Continente «vuole essere grande deve essere capace di difendersi da solo». Se in altre cancellerie la nuova strategia di politica estera americana e gli ultimi affondi di Donald Trump hanno creato preoccupazione, la premier dà una lettura decisamente più soft nella sua intervista al Tg di La7, ospite (a oltre un anno dall'ultima volta) di Enrico Mentana ventiquattro ore dopo Elly Schlein, in un confronto a distanza che diventerà un faccia a faccia, chiarisce la presidente del Consiglio, solo quando «le opposizioni diranno chi è il loro leader».
Il documento della Casa Bianca
Il documento strategico pubblicato dalla Casa Bianca, «al di là dei toni assertivi», contiene dei giudizi sulla politica europea che in parte Meloni spiega di condividere. E indica, aggiunge, «qualcosa che nel dibattito fra Usa e Europa va avanti da molto tempo», parlando di quello «che alcuni di noi hanno avuto il coraggio di definire molto tempo fa un percorso storico inevitabile». Ossia che gli europei devono rimboccarsi le maniche in materia di difesa. «Quando appalti la sicurezza a qualcun altro devi sapere che c'è un prezzo da pagare», osserva la premier, facendo riferimento al vertice Nato in cui sono state aumentate le spese militari degli Stati, «sappiamo che è un processo inevitabile ed è un'occasione per noi. Chiaramente la difesa ha un costo economico e produce una libertà politica».
L’Ucraina
L'inquilina di Palazzo Chigi conferma la sua sponda a Trump sulle crisi internazionali e minimizza le diverse spinte all'interno del proprio governo sul dossier Ucraina: «La linea è molto chiara dall'inizio, abbiamo sostenuto Kiev per costruire la pace. La pace non si costruisce con le buone intenzioni ma con la deterrenza. La linea del governo deve rimanere la stessa per costruire un percorso verso la pace».
Non c'è spazio per le allusioni a filo-russi e filo-americani, e quando Mentana cita Matteo Salvini la premier ribadisce che all'interno della sua squadra ascolta tutti. «Noi siamo tutti filo-italiani», chiarisce, e sostenere il governo di Volodymyr Zelensky è nell'interesse nazionale, perché «rischiamo di pagare un prezzo molto più alto facendo una scelta diversa».
Israele e Palestina
La scelta del riconoscimento dello Stato di Palestina, invece, resta legato alle due solite condizioni: «Il disarmo di Hamas e la certezza che non abbia un ruolo nella governance di Gaza. Gli sforzi italiani sono rivolti a implementare il piano di Trump, che è complesso ma è un'occasione che potrebbe non tornare». E il governo, assicura la premier, non è stato timido con Israele: «Siamo stati molto chiari in varie sedi, non ha il diritto di impedire la nascita di uno stato della Palestina o di favorire nuovi insediamenti per impedirlo».
(Unioneonline)
