Per la mattinata di oggi il premier Giuseppe Conte ha convocato un nuovo vertice di governo dopo quello di ieri.

Al centro dell'incontro c'è di nuovo il Def: l'impegno dell'esecutivo è quello di ridurre il rapporto deficit-pil, previsto al 2,4% ma solo nel 2019, come già confermato.

Oggi invece dovranno essere discusse le tabelle, che si continuano a limare di ora in ora; l'appiglio per passare il vaglio di Bruxelles potrebbe essere individuato nella decisione di far scendere il rapporto stesso a partire già dal 2020 e poi ulteriormente nel 2021.

Luigi Di Maio ieri si è rivolto all'Europa, criticando le "aggressioni" alla gestione italiana che, a suo dire, arrivano "a titolo preventivo, quando ancora mancano i numeri e soprattutto la legge di stabilità. Questo - ha aggiunto - mostra un pregiudizio nei confronti del nostro Paese. Va bene discutere nel merito ma cominciare ad attaccare prima ha solo l'obiettivo di creare tensioni nei mercati. Come se l'Italia non potesse permettersi di alzare la testa. Noi invece l'alziamo".

Nella giornata di ieri doveva partire la cosiddetta cabina di regia, che però è stata rinviata per il vertice, resta da capire quali siano gli spazi di manovra.

Il ministro Giovanni Tria ha spiegato che si tratta di "una scommessa sulla crescita". E Paolo Savona sta rappresentando al momento una sorta di "ponte" tra Europa e governo Conte: "Non credo servano polemiche istituzionali - ha detto - non è il momento degli scontri, ma quello per modificare la manovra rispetto a come è stata presentata, al fine di ottenere più investimenti e meno assistenzialismo".

(Unioneonline/s.s.)

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