"Il Consiglio federale ha votato all'unanimità la condivisione della linea politica affidando mandato pieno al segretario Matteo Salvini sulla via della Lega nazionale". E poi: “Un bel consiglio federale. Una bella discussione, il confronto è sempre positivo”.

Sono le parole con cui il segretario della Lega Matteo Salvini e il suo vice Giancarlo Giorgetti hanno commentato il vertice tra i big del partito, quasi 5 ore di confronto, andato in scena ieri alla Camera. 

Ma, al di là delle dichiarazioni “pro forma”, il Consiglio è stata l’occasione per il faccia a faccia tra le due anime del Carroccio, quella sovranista, guidata dal segretario, e quella europeista, che fa capo al suo vice. 

Tra i temi in discussione c’è stato, ad esempio, il possibile ingresso della Lega nel Partito Popolare Europeo. Ma al proposito Salvini è stato netto: “Il Ppe non è mai stato così debole,

è impensabile entrare nel Partito popolare anche perché è subalterno alla sinistra. E noi siamo alternativi alla sinistra". Piuttosto, ha ipotizzato il leader leghista, “In Europa avanti per un grande gruppo, identitario, conservatore e di Centrodestra, alternativo ai socialisti con cui il Ppe governa insieme da anni”.

Quanto alle stoccate degli ultimi tempi di Giorgetti e dei “ribelli” della cosiddetta “ala governista” della Lega, che non hanno rinunciato a stigmatizzare le posizioni critiche di Salvini nei confronti dell’esecutivo guidato da Mario Draghi, il segretario sintetizza: “Mi interessa parlare di flat tax o bonus ai genitori separati. Mi appassionano i temi concreti. Non altro" e comunque, ha ribadito Salvini, “io ascolto, ma alla fine decido io”.

Una linea, quella dell’ex ministro dell’Interno, passata poi all’unanimità, in quella che appare una “tregua”. Come conferma lo stesso Giorgetti: “Salvini ha ascoltato tutti, anch'io ho espresso le mie idee. La Lega è una, è la casa di tutti noi e Salvini ne è il segretario. Saprà fare sintesi e porterà avanti la linea”.

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata