La Corte dei Conti della Sardegna certifica la regolarità delle spese elettorali del M5s e del comitato elettorale pentastellato. Così come corretti sono stati definiti i documenti depositati da tutti i partiti dopo le elezioni per il Consiglio regionale che si sono tenute il 24 febbraio del 2024. 

Un provvedimento ordinario dell’organo controllo depositato nei giorni scorsi che ha scatenato un’ondata di prese di posizione da parte degli ex grillini a tutte le latitudini istituzionali, dal Parlamento all’aula di via Roma: «La Corte dei conti», è la tesi comune di tutte le dichiarazioni,«ha attestato l’assoluta regolarità della rendicontazione delle spese per la campagna elettorale per l’elezione del presidente della Regione, non solo per il M5S, ma anche per il comitato elettorale. Questa è la conferma assoluta di quanto più volte sostenuto e dichiarato in queste settimane: il comitato elettorale, e il M5S, hanno operato in maniera legittimità e trasparente per quanto riguarda la rendicontazione di Alessandra Todde». Da qui la conclusione: siccome è tutto in regola per comitato elettorale e M5s, allora non ci sono motivi di decadenza per la presidente, come invece sostenuto dal collegio regionale di garanzia elettorale che il 3 gennaio ha emesso l’ordinanza-ingiunzione. 

Ma l’organo di controllo  istituto in Corte d’Appello a Cagliari non ha mai messo in dubbio la bontà della rendicontazione di partiti o comitati che hanno sostenuto Todde nella sfida contro Paolo Truzzu. 

I punti su cui si basa la decadenza sono altri e riguardano la gestione della campagna presidenziale, con l’attuale governatrice che dapprima ha sostenuto di aver sostenuto delle spese per poi, agli atti, dichiarare di non aver speso nulla. Questo in assenza di mandatario elettorale e di conto corrente dedicato che, secondo il collegio di garanzia, la legge nazionale – assorbita in toto da quella regionale – considera motivi di decadenza.

Sulla vicenda si è innestato un altro filone: la normativa è stata “partorita” sulle spese dei singoli consiglieri regionali. Anche Todde lo è, ma se decade lei, in quanto presidente, decade tutto il Consiglio regionale. E questo è considerata una «conseguenza abnorme» da Giunta e Consiglio, tanto che sul punto è stato presentato un ricorso alla Corte costituzionale. Un altro fronte, oltre quello dell’impugnazione davanti al Tribunale ordinario dove la battaglia entrerà nel vivo il prossimo 20 marzo, con la prima udienza.   

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