La Corte dei Conti: «I nostri controlli sui partiti, non sulle spese elettorali dei singoli candidati»
La precisazione dei giudici sulla nuova polemica innescata sulla decadenza della presidente della Regione, Alessandra ToddePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«La normativa di riferimento opera una netta separazione dell’obbligo di rendicontazione della formazione politica da quello del singolo candidato e attribuisce i singoli controlli a due organi distinti». La verifica «dei rendiconti presentati dai singoli candidati è demandata al Collegio regionale di garanzia elettorale, istituito presso la Corte d’Appello del capoluogo».
Lo dice la Corte dei Conti. E lo fa nello stesso provvedimento che secondo il M5s farebbe cadere ogni argomento a fondamento dell’ordinanza-ingiunzione di decadenza emessa il 3 gennaio contro la presidente della Regione Alessandra Todde.
I giudici contabili hanno monitorato i documenti di tutti i partiti che hanno partecipato alle elezioni del febbraio 2024: nessuno ha commesso violazioni. Nemmeno il Movimento e il comitato elettorale collegato alla presidente. «Quindi cadono tutti i problemi sulle rendicontazioni di Todde, caso chiuso»: questa la tesi di una raffica di esponenti pentastellati.
A spiegare che le cose stanno in modo diverso, però, sono i giudici della Corte dei conti, che dicono chiaro: noi lavoriamo sui partiti, sui singoli candidati provvede il collegio regionale di garanzia elettorale. Lo stesso organismo che ha emesso il provvedimento impugnato dalla presidente, sia davanti al tribunale ordinario (udienza il 20 marzo) che di fronte alla Corte costituzionale, per conflitto di attribuzioni tra Stato e Regione.
«Non è credibile che i cinquestelle non sappiano leggere una delibera della Corte dei Conti, che non riguarda la rendicontazione della candidata Todde», ironizza il capogruppo di FdI Paolo Truzzu, «perciò è evidente che vogliano creare una cortina fumogena, in palese malafede, per nascondere la loro sciatteria. Con l’aggravante che vorrebbero far apparire i loro errori come un complotto del centrodestra, mentre la contestazione sulla regolarità è stata fatta da un organo di garanzia presieduto da un magistrato».
L’ulteriore replica è affidata a Sabrina Licheri, per il M5s: «La destra si rassegni, ha perso. Questi continui tentativi di delegittimare la giunta Todde stanno sfiorando il ridicolo», lo afferma in una nota la senatrice sarda M5s Sabrina Licheri, che accusa Fdi di volersi sostituire « ai magistrati della Corte dei conti che hanno certificato l’assoluta regolarità e trasparenza delle spese, fatture, e rendicontazione della campagna elettorale della presidente Todde».
Enrico Fresu