Il Movimento Cinquestelle mette in pausa il voto su Rousseau, la Lega pronta ad accantonare la flat tax pur di entrare nel governo, Giorgia Meloni sempre più sola nel suo no a Mario Draghi.

Nel secondo giro di consultazioni (qui la giornata) con il premier incaricato si parla di temi: un fisco progressivo - che rimette nel cassetto il sogno del centrodestra della flat tax ma per la Lega non sembra un problema - e una accelerazione sui vaccini, da fare subito a professori e personale scolastico. Mentre restano coperte per ora le carte sulla squadra.

M5S - Nel Movimento Cinquestelle la fronda del no a Mario Draghi continua ad agitare le acque tanto che a Roma oggi è tornato Beppe Grillo, costretto a mettere in standby il voto su Rousseau.

"Mi ha dato ragione su tutto", le parole di Grillo, ma sul voto "aspettiamo un attimo. Aspettiamo lui che abbia le idee chiare, perché lui dirà cosa vuol fare, un po' di pazienza", spiega.

La decisione di affidare il sì a Draghi agli iscritti aveva scatenato la guerra tra i pentastellati proprio mentre su Rousseau si votava per la nuova governance a 5 e che finisce per mettere nel mirino Vito Crimi.

Nel frattempo, impazza la campagna dei parlamentari a favore o contro il governo. La tensione è altissima e neppure la mediazione del voto di astensione, proposta dallo stesso Di Battista e da Barbara Lezzi, è una exit strategy. L'ala governista, nell'esecutivo Draghi, ci vuole entrare.

LEGA - Il no alla tassa piatta per Salvini non pare un problema, per lui conta l'impegno di Draghi a non aumentare le tasse. Eppure la flat tax era tra le priorità del programma del centrodestra unito e stava molto a cuore alla Lega delle imprese e del nord.

Idem per le politiche migratorie: "A me basta un approccio europeo, una gestione alla spagnola, alla francese o tedesca o ungherese o slovena", taglia corto il leader della Lega. Rigetta critiche ed etichette sul nuovo slogan che sembra diventato "Prima l'Europa" e spiega: "Vogliamo stare in Europa da protagonisti a testa alta e difendendo interessi nazionali".

FRATELLI D'ITALIA - Giorgia Meloni non si smuove di un centimetro dal "no" al governo Draghi e si dice pronta a fare un'opposizione "responsabile e patriottica", oltre che solitaria. Non manca di lanciare frecciate all'alleato Matteo Salvini sulla flat tax, cavallo di battaglia della Lega archiviato dal "capitano" a tempo di record.

Non alza la voce la presidente di Fratelli d'Italia e non va all'attacco, ma davanti agli italiani rivendica di essere diversa: "In un panorama politico in cui tutti sono foglie al vento", il suo partito resta fermo. "Siamo qualcuno di cui ci si può fidare", rimarca.

FORZA ITALIA - Silvio Berlusconi - che incontra di persona il professor Draghi a Montecitorio tra gli applausi dei presenti per il suo "ritorno" in scena nelle consultazioni - alla fine è telegrafico.

Sì a un governo "che si fonda sull'unità del Paese", dice ai cronisti e no a "tattiche e interessi elettorali" in questo momento. Unico auspicio è che Draghi decida "in piena autonomia". Nel centrodestra, dunque, la gara è a due. E a fare la differenza tra Lega e FdI sono tasse e politiche migratorie.

PD - Nicola Zingaretti difende l'alleanza con il M5s, che ha sostenuto il Conte 2 con "scelte condivise" e ora "può incidere e far pesare tanti nostri valori e punti programmatici". E mette i paletti sul Congresso: "Ci sarà anche tempo di discutere per trovare il modo di rafforzare il nostro progetto politico. Però chi riduce questa discussione all'assillo congressuale mi sembra fuori dalla realtà e dalla vita delle persone".

(Unioneonline/D)

I video:

Crimi: "Il Mes non conviene"

Salvini: "Fiducia in Draghi"

Berlusconi: "Il governo Draghi durerà il tempo necessario"

Zingaretti: "Pd e Lega restano alternativi"

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