Il Movimento 5 Stelle ha cambiato sul web la versione del suo programma elettorale.

Lo ha scoperto Il Foglio, confrontando il prima e il dopo e definendola la "grande truffa" dei 5 Stelle.

Le parti più manomesse dei 20 pdf votati online dagli iscritti, e ripubblicati dopo la vittoria alle elezioni del 4 marzo, sono quelle che riguardano la politica estera e in particolare il ruolo dell'Italia nel Patto atlantico.

"Le guerre della Nato stanno portando il mondo a un passo dall'Apocalisse", si scriveva prima.

"Bisogna aprire un tavolo di confronto in seno alla Nato affinché il modello in vigore sia superato adeguandosi alle esigenze dei singoli Paesi alleati", si legge poi.

Ma differenze ci sono anche nelle parti che riguardano il Medio Oriente (si parlava prima di "unilateralismo occidentale", di "guerre di conquista", in generale di duri attacchi contro l'Occidente, mentre ora i toni sono decisamente più morbidi), il rapporto con la Russia (eliminate le critiche alle sanzioni, come "la miopia della politica estera italiana, dell'Ue e dell'amministrazione Obama non hanno permesso di interpretare le azioni di Mosca come volte al mantenimento della sua sfera di influenza") e il mondo del lavoro (scomparso il capitolo sui "sindacati senza privilegi").

LE REAZIONI - "Credo che Luigi Di Maio ci debba delle spiegazioni - commenta Davide Faraone, senatore Pd, sui social -. Credo le debba a chi ha votato il Movimento 5 Stelle e a tutti gli italiani. Emerge chiaramente che la cantilena ripetuta da Di Maio sui programmi compatibili è una truffa. Così com'è una truffa la storiella che quello dei 5 Stelle è il primo e l'unico programma basato sulla partecipazione e sulla democrazia diretta online".

"Noi non siamo abituati a parlare male dei nostri avversari politici, promuoviamo le nostre idee. Però quando è troppo è troppo. Hanno fatto e fanno campagna contro i trasformisti, giusto, ma loro che fanno i trasformisti programmatici cosa sono? Con un programma preciso sono diventati il primo partito in Italia, raggiungendo il 32% e adesso lo cestinano diventando il primo caso, nella storia della nostra repubblica, di trasformismo che coinvolge un intero partito e i rispettivi gruppi parlamentari".

"Non c'è alcuna differenza tra chi cambia casacca e chi cambia programma. Si chiama sempre trasformismo. Trasformismo 4.0, probabilmente''.

(Unioneonline/D)

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