"Le famiglie arcobaleno non esistono", dal momento che in Italia "una legge in proposito non esiste".

Lo ha detto Lorenzo Fontana, neoministro della Famiglia e della Disabilità, in un'intervista al "Corriere della Sera", a poche ore dal giuramento in Quirinale.

L'esponente del nuovo esecutivo a maggioranza Movimento 5 Stelle-Lega guidato da Giuseppe Conte ha dichiarato di essere "contro un modello culturale relativista. Un modello della globalizzazione fatto dai poteri finanziari che disegna un mondo dove non esistono le comunità, e quindi la famiglia che è la prima e più importante comunità della nostra società".

Tra le proposte di Fontana, "l'idea di abbassare l'Iva per tutti i prodotti che riguardano l'infanzia. Ma metterò in atto anche delle politiche per cercare di ridurre il numero degli aborti. Voglio intervenire per potenziare i consultori così di cercare di dissuadere le donne dall'abortire".

Alla base dei provvedimenti proposti c'è il suo credo religioso: "Sono cattolico, non lo nascondo. Ed è per questo che credo e dico anche che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà".

Dichiarazioni che da cui ha preso le distanze il vicepremier e neo-ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

"Fontana è libero di avere le sue idee", ha detto il leader della Lega, "ma non sono priorità e non sono nel contratto di governo".

Dal campo 5 Stelle, ha parlato Alessandro Di Battista: "Ora è tempo di realizzare concretamente i

punti del programma. Non toccando i diritti civili conquistati ma occupandoci adesso di quelli economici e sociali smantellati", ha scritto l'esponente grillino sul suo profilo Facebook.

LE REAZIONI - Le affermazioni del neoministro hanno poi scatenato le reazioni del mondo Lgbt e dell'associazione "Famiglie Arcobaleno".

"Sono esterrefatta nel vedere un ministro della Famiglia così distaccato dalla realtà in cui vive", afferma Marilena Grassadonia, presidente dell'associazione.

"Come fa un ministro della Repubblica ad affermare che noi e i nostri figli non esistiamo, quando non solo i nostri bambini sono perfettamente inseriti nella società, nella scuola, tra i loro coetanei, ma decine di sentenze della Corte Costituzionale, della Cassazione e sempre più comuni che riconoscono i nostri figli alla nascita, certificano che noi esistiamo a tutti gli effetti, anche giuridicamente, per lo Stato italiano?", ha dichiarato.

IRA CIRINNA' - Sulla stessa lunghezza d'onda Monica Cirinnà, promotrice nella scorsa legislatura della legge che norma le unioni civili.

"Trovo gravissimo - ha detto la senatrice democratica - che un ministro della Repubblica neghi la realtà".

Per Cirinnà, che ha bollato le parole di Fontana come "reazionarie e oscurantiste", la visione dell'esponente leghista "equivale a silenziare, oscurare, relegare fuori dal dibattito politico e sociale una fetta della popolazione che chiede diritti".

La senatrice, infine, ricorda che "la legge 76/2016 dopo trent’anni, ha finalmente riconosciuto dignità ed uguaglianza alle coppie gay, definendole come famiglie riconoscendo giuridicamente la loro vita familiare e non escludendo la presenza di figli".

Dopo il polverone, Fontana è tornato sulle sue dichiarazioni, bollando le reazioni arrivate da più parti come "polemiche strumentali".

(Unioneonline/F-l.f.)

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