La seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata a Sa Die de sa Sardigna si è aperta con un minuto di silenzio per la scomparsa di Lello Mereu, presidente del parlamento sardo dall’89 al ‘91 e storico esponente del Partito socialista, scomparso nella notte a 84 anni.

Neanche oggi verranno annunciati i nomi dei sette assessori mancanti. Prima dell'inizio della seduta lo ha detto Christian Solinas incontrando i giornalisti: "La Giunta arriverà, ma oggi parliamo della festa del popolo sardo. Consentitemi di festeggiare la grande risposta di popolo che si è vista nelle celebrazioni".

Il primo a prendere la parola in Aula è stato il presidente del Consiglio Michele Pais: "Il rispetto della data del 28 aprile che ci porta oggi in Consiglio dà più significato alla festa di Sa Die. Le polemiche sui calcoli ragionieristici dei costi della seduta domenicale sono fuori luogo", ha detto, rispondendo alle lamentele dell'opposizione sui costi elevati di una seduta consiliare in un giorno festivo.

"Dobbiamo promuovere in Sardegna una vera rivoluzione federalista, che parta dai comuni e un nuovo rapporto tra la Regione e gli enti locali", ha aggiunto Pais. "Serve un nuovo intervento davvero innovativo sullo Statuto speciale per avere più autogoverno e più federalismo, magari sul modello del Trentino Alto Adige".

Dopo i capigruppo, l'intervento di Solinas. Che ha parlato in lingua sarda. Per lui un lungo applauso dell’aula e del pubblico alla fine del discorso dedicato all’importanza dell’utilizzo del sardo in tutte le circostanze della vita.

"La lingua sarda non si può chiudere agli arresti domiciliari, perché sia utilizzata solo in casa. Noi parliamo in tutti i luoghi di vita e di lavoro. La lingua sarda è l’impronta più evidente della nostra identità, e deve avere la sua consacrazione nella scuola", ha affermato il governatore.

Quindi l'esecuzione del canto "Su patriota sardu a sos feudatarios" (noto anche come "Procurade ‘e moderare"), scelto un anno fa con legge regionale come inno ufficiale della Regione Sardegna.

Tutta l’aula e il pubblico hanno intonato le strofe iniziali.

LA FRASE STORICA - Per quattro volte, nel dibattito consiliare su Sa Die, è stata citata una storica frase del patriota sardo Giovanni Maria Angioy, scritta nel 1999: l’hanno inserita nei propri discorsi il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, il consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Mura, la capogruppo del M5S Desirè Manca e il capogruppo leghista Dario Giagoni.

Eccola, la frase: "Malgrado la cattiva amministrazione, l'insufficienza della popolazione e tutti gli intralci che ostacolano l'agricoltura, il commercio e l'industria, la Sardegna abbonda di tutto ciò che è necessario per il nutrimento e la sussistenza dei suoi abitanti. Se la Sardegna in uno stato di languore, senza governo, senza industria, dopo diversi secoli di disastri, possiede così grandi risorse, bisogna concludere che ben amministrata sarebbe uno degli stati più ricchi d'Europa, e che gli antichi non hanno avuto torto a rappresentarcela come un paese celebre per la sua grandezza, per la sua popolazione e per l'abbondanza della sua produzione".

Giuseppe Meloni

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