Si chiude il primo giorno di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi per la formazione di un nuovo governo (LA GIORNATA). Oggi è stato il turno dei partiti minori, tutti all'unanimità favorevoli alla fiducia all'ex presidente della Bce.

Ma la vera battaglia, in vista dei colloqui più rilevanti di domani e sabato, si combatte fuori dal Palazzo. All'orizzonte, di ora in ora, sembra profilarsi una maggioranza molto più allargata di quella del Conte bis.

IL CENTRODESTRA - Forza Italia esce allo scoperto e appoggia ufficialmente Draghi: "E' una personalità di alto profilo istituzionale", rimarca l'ex premier Silvio Berlusconi che domani lo incontrerà personalmente. Attorno all'ex presidente della Banca centrale europea, dice, si può "tentare di realizzare l'unità sostanziale delle migliori energie del Paese".

Parole che segnano la distanza con Fratelli D'Italia e soprattutto con il primo partito del centrodestra, la Lega. E infatti niente vertice, andranno alle consultazioni divisi: "E' meglio che ognuno dica liberamente quello che ha in testa. Noi non siamo costretti a fare nulla controvoglia, l'unità del centrodestra è un valore, governiamo in 14 regioni su 20", ha detto Matteo Salvini, che non esclude un'apertura a Draghi ma detta le condizioni: "Dovrà scegliere tra noi e Grillo".

Una parte del Carroccio però sembra sulla strada dell'apertura: "Draghi è un fuoriclasse come Ronaldo. Uno come lui non può stare in panchina", le parole del vice di Salvini, Giancarlo Giorgetti, in rappresentanza dell'ala più "moderata".

I CINQUESTELLE - I riflettori continuano a essere puntati sui Cinquestelle, ancora divisi nonostante i pressing di Luigi Di Maio e Beppe Grillo per convincere i più ostici a sedersi al tavolo del premier incaricato. Nel pomeriggio la conferenza stampa del premier uscente Giuseppe Conte, che davanti a un tavolino in plexiglass in piazza Colonna (che ha scatenato le ironie sui social) molla ufficiosamente gli ormeggi e lancia la coalizione con Pd e Leu - "per lo sviluppo sostenibile" - che piace tanto anche a Grillo.

"Ieri ho incontrato Draghi - ha scandito - un colloquio lungo, molto aperto al termine del quale gli ho fatto gli auguri di buon lavoro. Mi descrivono come un ostacolo, evidentemente non mi conoscono o parlano in mala fede. I sabotatori cerchiamoli altrove". Riferimenti molto poco velati.

Grillo invece detta la linea: "Sedetevi al tavolo con Draghi, non cancellate i risultati ottenuti finora come il reddito di cittadinanza e portate avanti alcuni punti, come la digitalizzazione o una patrimoniale ai super-ricchi", è l'invito del Garante del M5S. Eppure, l'ala dei "descamisados" guidati da Alessandro Di Battista non cede.

IL PD - "Un governo di questo tipo può portare credibilmente alla fine della legislatura". Nicola Zingaretti a Otto e mezzo continua a sostenere con forza il governo Draghi, anche se è per un esecutivo politico "con ministri bravi, competenti e in grado di misurarsi con le sfide che abbiamo davanti. Ma ascolteremo il professor Draghi, che farà sintesi e noi ne prenderemo atto".

Il segretario Pd parla di un necessario allargamento in Parlamento alle forze "moderate, liberali, socialiste" ma il ragionamento non preclude l'ipotesi di un esecutivo sostenuto anche dalla Lega: la "chiara vocazione europeista" rende il Pd e il partito di Salvini "alternativi" ma "spetta al professor Draghi costruire il perimetro della maggioranza".

(Unioneonline/D)

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