Con il sì del Movimento 5 Stelle arrivato dal voto sulla piattaforma Rousseau (l'ok con il 59% dei voti) il premier incaricato Mario Draghi ha incassato l'appoggio di tutti i gruppi parlamentari, esclusi Fratelli d'Italia, che ha già annunciato l'astensione. Liberi e Uguali è ancora in forse, in attesa di valutare punti del programma e composizione dell'esecutivo.

L'ex presidente della Bce potrebbe salire già oggi al Colle per sciogliere la riserva, con pronta la lista dei ministri. Si vocifera che i tecnici saranno sei o sette.

A quel punto si terrà la cerimonia del giuramento e poi il voto nelle Aule di Camera e Senato entro martedì, è il pronostico del capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci.

Il futuro presidente del Consiglio è ora impegnato sulla squadra di governo. A quanto pare non intende trattare nome su nome con i partiti e gli unici suggerimenti che è pronto ad ascoltare sarebbero quelli del Quirinale.

IL TOTONOMI - Tra i nomi più accreditati per un ministero c'è quello del leghista Giancarlo Giorgetti, che ha un solido rapporto con Draghi. Per Forza Italia, in alternativa ad Antonio Tajani, il deputato Andrea Mandelli e le parlamentari Anna Maria Bernini e Mara Carfagna. Per il M5S si fa il nome di Stefano Patuanelli, mentre per il Pd non si esclude che al governo possa tornare il vicesegretario Andrea Orlando. A figure tecniche di alto profilo dovrebbero andare ministeri chiave. Alla Giustizia continua a essere accreditata Marta Cartabia, al Viminale potrebbe restare Luciana Lamorgese, alla Salute Rocco Bellantone, agli Esteri Elisabetta Belloni, alla transizione ecologica o Sviluppo economico Enrico Giovannini.

Occhi puntati anche sul ministero dell'Economia, per cui si continua a fare il nome di Daniele Franco, ex ragioniere generale dello Stato oggi in Bankitalia.

(Unioneonline/F)
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