Gentile signora (ma forse così è già troppo, magari sarebbe più appropriato un agnostico “Gentile? S’ignora”) che ama lanciarsi a bordo della sua utilitaria francese di un bel rosso deciso giù per viale Regina Elena alla ricerca di nuove avventure, e non imbattendosi in avventure decide di accontentarsi di un passante – una persona banale, un mammifero qualunque e senza grilli per la testa, un tipo così prevedibile che attraversa sulle strisce pedonali la strada pur deserta, almeno fino al suo arrivo – e piuttosto che rallentare o addirittura conformisticamente frenare sceglie di limitarsi a schivarlo (mostrando peraltro un’abilità notevole nel calcolare il combinato disposto della sua velocità e quella del passante, così da riuscire a sfrecciare sulle strisce senza investirlo ma solo facendogli sventolare il fondogiacca con lo spostamento d’aria causato dalla sua immutata rapidità), sappia almeno due cose.

La prima è che in questi giorni la tradizione ci vuole tutti più buoni, e al livello più basico – anche a volersi accontentare del minimo sindacale della bontà, diciamo una bontà di cittadinanza - questo significa andare piano, o comunque entro i limiti, e non terrorizzare la gente.

La seconda è che quel tardigrado spaventato e borbottante le ha comunque fotografato la targa. Buon Natale.

Celestino Tabasso

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