Il post del lunedì del 22 dicembre 2025 – La non scelta
Di Bepi AnzianiSuccede che a volte anche il politico più decisionista decida di attendere davanti a una questione spinosa. Succede quando il problema divide l’opinione pubblica, quando cozza contro quanto dichiarato in campagna elettorale o, peggio ancora, quando finisce per avallare l’operato di chi occupava quello scranno prima di te.
Quando si scivola nell’ignavia quelle questioni vengono risolte da qualcun altro, Bruxelles, Roma, un tribunale amministrativo. Non decidere significa delegare la responsabilità, magari sapendo benissimo come andrà a finire e che l’esito, in fondo, non ti dispiace nemmeno. È una tecnica antica: aspettare che la realtà faccia il lavoro sporco.
È probabile che qualcosa di simile stia accadendo oggi con Alessandra Todde su alcuni dei dossier più delicati per il futuro dell’isola: energia, privatizzazione degli aeroporti, la “fabbrica di bombe” di Domusnovas. Tre fronti diversissimi, affrontati con strategie ballerine.
Sugli aeroporti la parola privatizzazione resta impronunciabile, ma i processi vanno avanti lo stesso, come se fosse una forza naturale, non una scelta politica. Domusnovas è il caso più simbolico e più scomodo: lavoro, industria bellica, etica, immagine internazionale della Sardegna. Un tema che spacca.
Meglio aspettare, lasciare che siano altri a stabilire se quella fabbrica debba restare, chiudere, riconvertirsi. Ma l’attesa non è neutralità. È una scelta. Solo più comoda.