U n fondo di investimenti vuole concludere la scalata degli aeroporti sardi, mentre la continuità territoriale cerca nuovi assetti per ridurre i ritardi dell’Isola. I trasporti aerei sono al centro dell’attenzione come non mai. Finalmente, verrebbe da dire, se non fosse che tutto questo interesse rischia di portare alla Sardegna più incognite che vantaggi. È il caso delle nozze tra gli scali di Olbia e Alghero, destinate a diventare – così vorrebbe F2i – un triangolo con l’annunciata conquista di Cagliari, ormai l’unico aeroporto dell’Isola controllato da un azionista pubblico (la Camera di commercio).

L a fusione, dicono, aumenterà la forza contrattuale delle società di gestione di fronte alle richieste (ricatti?) delle compagnie aeree low cost. Ma se la colletta vista nei giorni scorsi ad Alghero - dove la Sogeaal ha chiesto una mano alle imprese della zona per trattenere Ryanair - rappresenta il futuro, allora ridateci il passato.

C’è poi un nodo procedurale: può la Sogaer (Cagliari) compiere un simile passo senza un percorso a evidenza pubblica? Questo è solo uno tra i tanti dubbi che hanno gli addetti ai lavori, e che ora ha manifestato apertamente pure l’assessorato ai Trasporti, con la sponda romana dell’Enac.

Dall’asse tra Regione e Governo nazionale sta nascendo anche un nuovo modello di continuità territoriale. Gli obiettivi dichiarati sono due: l’ampliamento delle rotte nazionali e internazionali, da raggiungere con un piano di contributi alle low cost, e la riduzione delle tariffe per alcune categorie di passeggeri.

La vera sfida riguarda quest’ultimo punto, quello dei prezzi dei biglietti. E anche su questo fronte sarebbe opportuno che si tornasse al passato, rispolverando la tariffa unica, uguale per residenti e turisti, abbandonata nel 2021: per la Sardegna ha lo stesso valore del Ponte sullo Stretto. È bene ricordare che qui da noi non ci sono autostrade e l’unica vera infrastruttura in grado di collegarci alla Penisola non è fatta di acciaio e calcestruzzo, ma è immateriale ed è proprio la rete di collegamenti aerei. Ora viene da chiedersi: perché il viaggio in auto Brindisi-Roma o Pesaro-Milano costa da casello a casello un prezzo uguale per tutti, a prescindere dalla carta d’identità, mentre le tariffe aeree in Sardegna sono imposte (dall’Ue) sulla base della residenza?

Nell’ultimo decennio per evitare contrasti con la Commissione europea la Regione ha preferito uniformarsi alle richieste dell’euroburocrazia, giudicando evidentemente troppo ardito lo scenario di una sfida davanti ai giudici dell’Unione. Ma quello che è successo qualche settimana fa può dare coraggio: dopo anni di attesa, la Corte di giustizia ha annullato una decisione con cui il Governo Ue aveva dichiarato illegittimi gli incentivi concessi alle compagnie low cost dalla Regione nel lontano 2010. E la Commissione si è dovuta adeguare.

Anche a Bruxelles possono sbagliarsi.

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