D obbiamo riportare la cultura e l’arte al centro del dibattito planetario. Occorre un impegno delle istituzioni italiane, in primis del ministero della cultura, per riposizionare al centro del dibattito internazionale questo tema imprescindibile. L’appuntamento internazionale del prossimo luglio presso la FAO di Roma sarà incentrato sul futuro sostenibile della Terra e può essere una ottima occasione per colmare lacune, distrazioni e superficialità del passato sottoponendo all’attenzione del mondo la valenza straordinaria del pensiero artistico e culturale, vera architrave del pensiero dell’uomo.

D opo aver verificato le fasi di avanzamento dei singoli Stati verso la realizzazione dei 17 obiettivi (SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite occorrerà promuovere un dibattito ampio, fissando ulteriori obiettivi progettuali per perseguire il migliore dei futuri possibili. Tenendo ben presente che, allo stato, la trasformazione sostenibile è ancora abbastanza illusoria e virtuale e soprattutto manca di un’anima.

L’argomento è sicuramente centrale per la nostra epoca e lo sarà sempre di più. Occorre quindi lanciare un allarme affinché da questo dibattito non sia più splendidamente assente la cultura, la nobiltà del movimento intellettuale. Se infatti esaminiamo i 17 obiettivi dell’Onu dell’agenda 2030 non riusciamo a trovare alcuna attenzione per la creatività e l’elaborazione spirituale, intellettuale. E noi, l’Italia, come Paese dell’Arte credo si abbia l’imperativo categorico di dimostrare quanto sia decisivo ed ineludibile il contributo dell’arte allo svolgimento e al corretto completamento della riflessione comune su un mondo migliore.E ciò anche in considerazione della dichiarazione universale dell’Unesco rilasciata a fine 2022 a Città del Messico da 135 Ministri della Cultura (Italia assente) con cui si chiedeva espressamente alle Nazioni Unite di inserire nell’agenda Onu 2030 un diciottesimo punto dedicato alla Cultura e all’Arte.

L’arte plasma le coscienze, aumenta potenzialità e creatività, permette un approccio critico intellettuale a ogni genere di problema . L’attuale approccio mondiale globalista è tutto tecnologico e tecnocratico. Noi italiani per essere stati per millenni il faro culturale del pianeta , patria dell’Umanesimo e del Rinascimento, di Giotto, Cimabue, Leonardo, Michelangelo e Caravaggio, abbiamo il dovere di riportare il dibattito sulla c ultura. Cultura come lusso e non come necessità? Questa visione è del tutto fuorviante se non proprio inaccettabile. Dobbiamo quindi batterci contro agende globaliste portate avanti da poteri sovranazionali proprio in nome del nostro passato . Siamo una s uperpotenza mondiale per ciò che riguarda la cultura, i primi della classe.’è chi dice che un libro, un quadro non ferma la guerra. Sì ma ti fa riflettere, ti aiuta a elaborare sentimenti nobili e positivi, quindi ti conforta nel superare anche la più grave delle crisi. Pensare a un futuro senza a rte e cultura è impossibile.

Presidente della Fondazione

Spazi dell’Arte

Già Direttore g enerale

del Ministero politiche agricole

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