N ell’intervista di Paolo Paolini, rilasciata in occasione del mio novantesimo compleanno, ho detto che via Porcell, la strada di Cagliari che costeggia il Palazzo degli Istituti Biologici, era intestata ad un oscuro anatomico di Barcellona. Sono stato scomunicato dal mio amico Sandro Riva. Il pontefice massimo degli storici della medicina cagliaritana mi ha imposto come ammenda una confessione pubblica della mia ignoranza su Juan Tomás Porcell. Sandro, infatti, mi ha rivelato che Porcell era un cagliaritano verace.

S i tratta infatti di Giovanni Tommaso Porcella nato a Cagliari nel 1528, emigrato in Spagna da giovane, per studiare medicina nella prestigiosa Università di Salamanca, diventando un grande medico, anatomopatologo ed epidemiologo. Lavorava al Hospital General de Nuestra Señora de Gracia di Saragozza, dove ha studiato assistito e curato i malati di peste bubbonica durante l’epidemia che ha colpito la Spagna nel 1564. Porcell ha riportato le sue esperienze in un libro: Información y curación de la peste de Caragoca y preservación contra la peste en general, scritto in castigliano, pubblicato nel 1565. In esso Porcell descrive le autopsie attuate per la prima volta su pazienti colpiti dalla peste. Porcell scopre che il liquido estratto dai “bubboni” degli impestati contiene dei “semini” e suggerisce che essi sono il veicolo della malattia.

Il libro, custodito nella Biblioteca National de España, è considerato uno dei primi esempi dell’uso delle autopsie per scoprire lesioni organiche associate a malattie, inoltre contiene preziose informazioni autobiografiche sull’autore. Quando, negli anni cinquanta, l’anatomico Carlo Maxia propose alle autorità di intestare a Porcell una via cittadina, nacque una contesa sulla nazionalità di Porcell, tra il professor Maxia e lo storico della medicina, lo spagnolo Mariscal y Garcia. Lo storico spagnolo teorizzò, sulla base di una xilografia presente sul frontespizio del libro, che i caratteri somatici e psichici di Porcell non fossero di un cagliaritano ma quelli di un aragonese!

Nel libro, Porcell proclama con orgoglio di essere sardo della insigne ciudad y grande castillo di Cáller. Avevano ragione entrambi, poiché la Sardegna, attualmente italiana, era parte della Corona di Aragona, e Porcell si era formato nella università spagnola di Salamanca.

Vorrei che questo Autodafé suggerisse al sindaco di Cagliari di collocare due lapidi, una in via Porcell in ricordo di Giovanni Tommaso Porcella, Juan Tomás Porcell, l’altra nella adiacente piazza Bernardo Loddo, in ricordo del grande virologo cagliaritano. Sarebbe un’occasione per abbellire e rendere più sicuro quello “slargo” chiamato piazza. Mi riprometto di non commentare l’intestazione di strade a principi, principesse, regine, per timore di altre scomuniche dal mio amico Sandro Riva!

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