L a disperazione dei vinti, di chi ha festeggiato troppo in fretta e poi inondato di lacrime i social, non offusca certo l’incredibile corrente di energia positiva che sta attraversando il popolo rossoblù. Quella zampata di Pavoletti, quando già pensavamo a come rendere onore ai “quasi eroi” di Bari, oltre ad aver mandato nel cestino prime pagine, articoli e servizi dei tg, ha consegnato idealmente al presidente del Cagliari Tommaso Giulini un assegno da oltre trenta milioni di euro – di diritti televisivi, appena sarà fissata la quota pro capite – e un’immagine che rappresenta uno stimolo forte per gli sponsor. Non solo, perché il gol al 94’ che ha incenerito il San Nicola ha riportato il grande entusiasmo nel tifo, cancellando quella maledetta serata di Venezia, un anno fa.

La Serie A è uno show straordinario ed esserci dentro sarà ancora più bello, dopo un campionato interminabile fare a spallate con Sudtirol e Cosenza. Sarà un intrigante faccia a faccia con le grandi, fra le quali tre finaliste nelle coppe europee, aspettando la rassegna continentale per nazioni alla fine della stagione. Un campionato che si aprirà prima di Ferragosto per chiudersi ai primi di giugno: undici regioni, le grandi città in copertina, il Napoli a difendere un titolo sporcato dal divorzio, a festeggiamenti ancora in corso, con l’allenatore Spalletti.

Per la strada, nei bar, in spiaggia i tifosi fanno previsioni su quanto costeranno biglietti e abbonamenti, c’è già la corsa al posto ed è questo il vero miracolo, altro che Pavoletti.

Insomma, è davvero Serie A e dopo quei due gol del Parma nel primo tempo della sfida della Domus, prima del ciclone Luvumbo, pochi, pochissimi avrebbero previsto un’estate così.

Il calcio, quello a cinque stelle, è tornato anche in Sardegna e il Cagliari rientra nel salotto delle venti elette dalla porta principale, dopo una finale pazzesca in uno scenario da Champions. La commovente vestizione di rossoblù della statua di Carlo Felice, uno dei riti pagani più sentiti da questa parti e che vi raccontiamo nelle nostre pagine, è l’istantanea fedele di quanto amore (incondizionato) si possa provare verso una squadra speciale. Nei giorni scorsi, un operaio di una carrozzeria quartese, giovane ma papà due volte, ci raccontava dello sforzo per raggiungere prima Cosenza e poi Bari: «Mezzo stipendio, ma ne è valsa la pena». Sì, è amore.

Lo sappiamo, il “problema” sarà ancora una volta lo stadio, che nella Serie A ‘23-24 non sarà il meno capiente (Monza, Empoli e Frosinone ce l’hanno più piccolo), un problema che la cura Ranieri ha fatto prepotentemente riemergere: oggi, il Cagliari potrebbe contare su almeno trentamila spettatori a partita, sulla scia di questa promozione, ma i seggiolini sono la metà. L’augurio, con questo entusiasmo alle stelle, è che la politica metta da parte inutili personalismi e spinga verso la direzione che gli sportivi si augurano. E per cui hanno votato.

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