I l tema dell’energia condiziona ogni possibile sviluppo dell’Italia, Sardegna compresa, ed è il tema dominante anche in Europa, essendo reso oggi ancor più drammatico dall’assurda aggressione Russa alla Ucraina, che ha reso inevitabile l’irrogazione nei confronti della prima delle note sanzioni economiche, ad opera di tutte le democrazie dell’Occidente. Queste sanzioni, tuttavia, mentre hanno potuto essere completate dal Presidente Biden, con la sospensione dell’importazione negli Stati Uniti anche di gas e petrolio, sono invece rimaste mutilate in Europa.

E ciò a causa della dipendenza energetica di molti dei suoi Stati, nei confronti della Russia. È noto infatti che la Germania e l’Italia sono importatori dalla Russia di quasi il 45% del proprio fabbisogno di gas, ed è evidente che così facendo si assicurano alla Russia significative risorse monetarie, che contribuiscono ad attenuare i contraccolpi delle altre sanzioni economiche e bancarie, e così favoriscono la prosecuzione dell’aggressione all’Ucraina. La condizione dell’Italia, che aveva rinunciato alle centrali nucleari, è quindi una delle più gravi nel panorama europeo, e lo è pur se il Governo Draghi si era già mosso, in attuazione del PNRR nell’ambito degli accordi sul clima e sull’ambiente, ben prima che si materializzasse la tragedia della Ucraina, con la promozione di vari provvedimenti legislativi miranti al superamento di quella dipendenza, attraverso il rafforzamento dell’energia verde. Ciò ha fatto in primo luogo cercando di superate l’assoluta inefficienza della pubblica amministrazione e la perdita di credibilità delle diverse magistrature, autodelegittimatesi, cose che costituiscono la causa prevalente della mancata crescita dell’Italia nell’ultimo trentennio.

Sono state perciò approvate la legge 29/7/2021 n. 108 (“Governance del PNRR e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”), e la Legge 6 agosto 2021 n. 113, che ha dettato “misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni, funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l’efficienza della Giustizia”.

Con specifico riferimento ai problemi dell’energia verde è stato invece successivamente approvato, il Decreto Legislativo 8/11/2021 n. 199, che direttamente riguarda anche la Sardegna, “sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”, che ha un intero capo dedicato alla fissazione di nuovi principi, tra l’altro per ridurre i termini di rilascio delle autorizzazioni, e per accelerare la conclusione dei procedimenti, attenuandosi anche il ruolo degli atti in materia paesistica.

Tale provvedimento legislativo ha previsto anche i criteri per individuare, con Decreti Ministeriali, d’intesa con le Regioni, in sede di Conferenza unificata, le aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili, stabilendo che siano poi le Regioni, e quindi anche la Sardegna, a dover stabilire, entro 180 giorni dal Decreto, le aree concretamente idonee. In caso di “mancata adozione della legge” nei termini, però, subentra il potere sostitutivo dello Stato.

Più specificamente, poi, all’art. 23 si afferma che è di competenza esclusiva dello Stato, con il concerto di diversi Ministeri, l’adozione delle autorizzazioni per gli impianti eolici in mare, nelle acque territoriali, escludendo ogni ruolo della Sardegna, pur se si stabilisce che gli stessi dovranno essere adottati nel rispetto delle esigenze di tutela dell’ecosistema marino e costiero, della pesca, del patrimonio culturale e del paesaggio.

Son o atti legislativi, specie quest’ultimo, (e così pure i provvedimenti ministeriali di attuazione) che, pur essendo di sicura rilevanza statale ed europea, riguardano specificamente anche la Sardegna, limitandone le attribuzioni. La Regione, però, a parte l’approvazione delle leggi sopra indicate, difficilmente potrà rivendicare un suo maggior ruolo, non avendo a suo tempo impugnato tale ultimo provvedimento e le leggi ora ritenute pregiudizievoli, né potrà fondatamente impugnare quei provvedimenti ministeriali che siano in diretta applicazione di leggi non impugnate.

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