I n più circostanze, nel dibattito politico in materia di energia in Sardegna sono emerse posizioni opposte, c’è chi sostiene, anche acriticamente, le diverse forme di approvvigionamento o di produzione energetica, l’installazione di impianti o di reti di distribuzione, e chi invece le contrasta contrapponendo la difesa dei valori paesaggistici, naturalistici e ambientali dell’isola.

T utto questo avviene a prescindere dagli atti di governo compiuti, dai programmi approvati, da una approfondita analisi dei fabbisogni in relazione al modello e agli obiettivi di sviluppo verso i quali muovere.

Non è la prima volta, che questo tipo di dibattito si articola sulle pagine dei giornali. L’Unione Sarda ha ospitato anche in altri tempi discussioni accese, in materia di nucleare, di servitù militari, e sul trasporto, stoccaggio e smaltimento di rifiuti extra regionali, anche radioattivi. Purtroppo, il confronto su questioni importanti come queste, in questo caso sugli impianti di produzione di energia eolica non si svolge da tempo nelle sedi deputate, e soprattutto non arriva alle necessarie conclusioni istituzionalmente e giuridicamente rilevanti. Da ultimo lo scorso marzo è stato rinviato in commissione il progetto di legge in materia di energia e istitutivo delle comunità energetiche interrompendo l’esame in Aula. Una ulteriore non decisione.

Manca, infatti, il coraggio del confronto aperto, c’è chi si nasconde per opportunismo o pigrizia, chi si rassegna ai disastri prodotti dal qualunquismo. L’attuale maggioranza regionale, il suo Presidente, da tempo si sottraggono alla discussione.

L’11 settembre del 2020, il gruppo dei progressisti in Consiglio regionale presentava la mozione numero 329 “sulla necessità di un piano strategico per l’installazione di impianti eolici in Sardegna”. Quella mozione era una occasione per tracciare una strada condivisa per la produzione di energia eolica, per gestire il confronto positivamente, indicare in modo formale e più unitario possibile utilità e limiti nell’installazione degli impianti, impedire istituzionalmente la deriva speculativa.

Eppure è a tutti noto quanto in Sardegna siano proliferati i parchi eolici, in relazione all’accesso a cospicui fondi pubblici e alla liberalizzazione della produzione dell’energia elettrica, e quanto tali impianti pur producendo energia rinnovabile e pulita abbiano manifestato sempre una rilevante criticità in relazione all’impatto paesaggistico/ambientale, tanto che in Sardegna con il PPR veniva introdotto già dal 2007 il divieto alla realizzazione di impianti eolici negli ambiti costieri, e la Giunta regionale, nello stesso anno, stabiliva che per quegli impianti si sarebbero dovute destinare aree industriali già infrastrutturate e compromesse.

Pagine e pagine d’inchiesta sui temi dell’energia, decisivi per lo sviluppo eco-sostenibile dell’economia produttiva sarda, non possono lasciare indifferenti, richiedono percorsi trasparenti e decisioni istituzionali prive di ambiguità. Inutile nascondere che il destino energetico della Sardegna non può essere appaltato agli esclusivi interessi di gruppi, spesso stranieri, che fanno incetta di certificati verdi, di fondi pubblici. Al contrario serve il pieno esercizio della responsabilità politica di governo della Regione.

La transizione ecologica è prospettiva ineludibile, il processo progressivo di sostituzione delle fonti energetiche fossili con quelle rinnovabili pulite è indispensabi le per contrastare inquinamento e le tragiche conseguenze dei cambiamenti climatici. Lo è ancora di più per la Sardegna il cui destino naturale dovrebbe essere quello di isola “verde.Tuttavia, proprio per questo, la programmazione energetica è scelta culturale e politica alta, la resa alla speculazione energetica è un atto di sottomissione.

La sensazione che prevale è che si sia persa la giusta dimensione, la propensione di pensare al futuro, di lavorare per progredire, per migliorare le condizioni di vita di ciascuno e di tutti. Avremmo bisogno di fare la nostra parte dove viviamo, contribuire anche così ad una nuova stagione di benessere diffuso, salvando la nostra terra, il nostro mare, la bellezza unica della nostra Isola.

© Riproduzione riservata