P rovate a digitare la parola “Sardegna” su Instagram: apparirà, per prima, una sfilza di immagini che poco o nulla hanno a che vedere con gli incantevoli paesaggi naturali e le bellezze della nostra isola.

Un errore? No di certo! Piuttosto l’irreversibile tendenza a far prevalere le persone sui luoghi: divenuti, ormai, palcoscenici per influencer - o aspiranti tali - il cui ego finisce per prevalere su qualunque meraviglia naturale o architettonica, riducendola a un mero sfondo.

E così, la Sardegna che Instagram racconta è soprattutto questa: una ragazza con un costume da bagno rosso, un cane festoso lungo un’imprecisata spiaggia, il corpo di una donna formosa immortalato sott’acqua e a una sfilza di enormi seni, compressi da succinti costumi da bagno. Evidentemente questo è ciò che alla gente piace vedere. Ed è questo, dunque, che in primo piano viene presentato: glutei, seni, taglieri colmi di formaggi e affettati, yacht, baci e qualche esibizionista che si fotografa nel lusso della propria camera d’albergo. E, poi, ancora, glutei, seni, cani, baci, yacht e altri esibizionisti che si fotografano nei loro hotel a cinque stelle con indosso capi griffati, ma raramente eleganti.

Stiamo perdendo il gusto per la poesia dei paesaggi irripetibili.

I nostri corpi e il nostro ego, ormai, dominano su tutto: riducendo anche gli scenari più spettacolari a uno sfondo trascurabile.

Mal comune mezzo gaudio.

Su Instagram, le immagini più popolari relative a Portofino sono quella di un uomo intento a gustare una tagliata di manzo con patatine fritte e quella di un ragazzo che - a bordo di uno yacht - espone il proprio corpo istoriato da decine di tatuaggi e impreziosito da una moltitudine di piercing e braccialetti.

Andrà meglio con Positano? Niente affatto. Anche in questo caso, fra le immagini più popolari della località campana risultanti da una ricerca su Instagram, troviamo un tripudio di visi e corpi in costume da bagno.

Volti al posto dei luoghi. Seni al posto delle cattedrali. Superficialità al posto della profondità. Un cortocircuito che fa buio sulla bellezza, catapultando in primo piano l’egocentrismo e l’ambizione alla notorietà.

La Sardegna, Capri, Positano e tutti gli altri luoghi stanno diventando, agli occhi di chi guarda, semplici palcoscenici su cui esibirsi: e niente di più.

I nostri figli e i nostri nipoti vengono educati a questo: ma triste è colui che vede Venezia come sfondo per il proprio esibizionismo, e non come un paradiso in terra nel quale entrare in punta di piedi e in ossequio alla bellezza. Il guaio è che gli spettatori, al giorno d’oggi, non ci sono più: perché tutti vogliono salire sul palco ed essere protagonisti. E non importa che la platea, ormai, sia rimasta quasi vuota.

© Riproduzione riservata