Con il voto del presidente Nicolas Maduro si sono aperte le elezioni per scegliere l'Assemblea nazionale costituente venezuelana, organo che avrà poteri illimitati di riforma dello Stato e di modifica dell'ordinamento giuridico.

"Ho voluto essere il primo a votare per la pace, la sovranità e l'indipendenza del Venezuela, oggi è un giorno storico", ha detto Maduro dopo il voto.

E invece sono elezioni di sangue: altre cinque persone sono rimaste uccise oggi durante le proteste dell'opposizione, che ha sfidato il divieto di manifestazioni indetto da Maduro.

Si tratta di Ricardo Campos, segretario giovanile del partito Accion Democratica, assassinato a Cumana, Marcel Pereira e Iraldo Guiterrez, uccisi nello Stato occidentale di Merida.

Ma, dicono fonti locali, la repressione avrebbe causato altri due morti.

Sale a 114 il bilancio complessivo delle vittime da inizio aprile, quando sono cominciate le proteste di piazza.

Eppure lo slogan, trasmesso in diretta dalla tv di Stato durante il voto di Maduro, è "primo voto per la pace".

Ciò nonostante a Caracas e in diverse località del Paese si sono registrati violenti scontri, tra sostenitori dell'opposizione e polizia.

Le elezioni sono state respinte da buona parte della comunità internazionale e dalla stessa opposizione, che non vi partecipa: il timore delle minoranze è che il compito primario della nuova assemblea costituente possa essere quello di dissolvere l'Assemblea Nazionale.

E oggi il magistrato Elenis del Valle Rodriguez, nominato una settimana fa dall'Assemblea Nazionale controllata dall'opposizione, è stato costretto a rifugiarsi nell'ambasciata del Cile a Caracas.

"Si trova sotto protezione del Cile", ha confermato il ministro degli Esteri di Santiago Heraldo Munoz.

(Redazione Online/L)

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