Un anno dal 7 ottobre, Meloni: «Israele si difenda ma rispetti il diritto umanitario»
Netanyahu: «Dobbiamo riportare indietro gli ostaggi». E convoca una riunione d’emergenzaÈ passato un anno ma quel giorno, il 7 ottobre 2023, non si può dimenticare. Un anno fa, intorno alle 6:30 ora locale, scattò l’operazione “Alluvione Al-Aqsa”: oltre 5.000 razzi venivano lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele mentre migliaia di terroristi di Hamas superavano il confine, prendendo d'assalto il festival Supernova, kibbutz e postazioni militari. Furono 1400 le vittime, 254 gli ostaggi: 229 civili e 25 soldati.
Un feroce attacco che cambiò tutto, per Israele e per i palestinesi, facendo precipitare, di nuovo, il Medio Oriente in guerra. Oggi la celebrazione in Sinagoga a Roma, al Tempio Maggiore al Portico d'Ottavia, con le più alte cariche delle Comunità ebraiche: «Quello che è successo il 7 ottobre non è per noi un episodio isolato ma la prosecuzione di una storia in forme nuove ma sempre con lo stesso significato – ha detto il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni - l'espressione di un odio cieco e insensato e che spesso ci lascia soli».
«In questa giornata, ribadiamo il legittimo diritto di Israele a difendersi e a vivere in sicurezza nei propri confini, ma anche la necessità che questo sia esercitato nel rispetto del diritto internazionale umanitario», le parole della premier Giorgia Meloni. «Non possiamo, infatti, restare insensibili davanti all'enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, vittime due volte - aggiunge Meloni -: prima del cinismo di Hamas, che le utilizza come scudi umani, e poi delle operazioni militari israeliane».
L’appello per gli ostaggi
Giovani e anziani, donne, uomini e bimbi: oltre cento persone mancano da casa da 365 giorni. «Siamo obbligati a riportarli indietro», dichiara il premier israeliano Benyamin Netanyahu nel primo anniversario della strage. Proprio poche ore fa il comune di Petah Tikva, nel centro di Israele, ha annunciato che tra di loro c’è un’altra vittima: l'ostaggio Idan Shtivi, 28 anni, è stato assassinato il 7 ottobre 2023 al festival Nova di Reim e il suo corpo è trattenuto a Gaza.
Intanto il primo ministro ha convocato una riunione sulla sicurezza, come ha riferito un funzionario israeliano al Times of Israel. Un vertice urgente, visto che un incontro programmato tra il ministro degli Affari strategici Ron Dermer e il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot è stato rinviato all'ultimo minuto.
L’attacco turco
Dalla Turchia il presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che Israele pagherà il prezzo del «genocidio» a Gaza. «Non bisogna dimenticare che Israele prima o poi pagherà il prezzo di questo genocidio che sta portando avanti da un anno e che continua tuttora», ha scritto su X. «Così come l'alleanza comune dell'umanità ha fermato Hitler, Netanyahu e la sua rete omicida saranno fermati allo stesso modo», ha aggiunto Erdogan, tornando a paragonare il premier israeliano al dittatore nazista. «Come Turchia, continueremo ad opporci al governo israeliano, a prescindere dal costo, e invitiamo il mondo a unirsi a questa posizione onorevole».
(Unioneonline/D)